Alieni, contatti dal Cosmo ignoto: misteriosi Segnali ET dallo Spazio (alcuni risolti).

SEGNALI SPAZIO – Telescopio puntati verso il Cosmo, le più sofisticate tecnologie di radio-ascolto che la scienza contemporanea può mettere a disposizione per il monitoraggio dello Spazio: un’attività che può diventare frustrante per il silenzio perdurante.

Obiettivo? Un segnale da un’altra civiltà, implicitamente extraterrestre, che dimostri il teorema di come il nostro pianeta non sia il solo abitato nello sconfinato Universo.

Il “Segnale Wow”, uno dei più grandi misteri insoluti del ventesimo secolo, rappresentò una svolta epocale: senza dubbio l’enigma più celebre di questa particolare casistica.

Segnale Wow!

In realtà non fu l’unico episodio, sono ormai innumerevoli i “segnali” la cui origine aliena non sarebbe stata accertata e che tengono accesa la fiammella della speranza.

Siamo davvero soli nell’Universo?

Il “Segnale Wow” era un forte segnale radio a banda stretta rilevato da Jerry R Ehman il 15 agosto 1977, mentre stava lavorando a un progetto SETI presso il radiotelescopio Big Ear della Ohio State University, allora situato all’Osservatorio Perkins dell’Ohio Wesleyan University nel Delaware, Ohio. Il segnale è durato 72 secondi che Big Ear è stato in grado di registrare, ma non è stato mai più rilevato.

Nel tempo, l’entusiasmo su questo segnale è andato via via spegnendosi. Come ha spiegato lo stesso Ehman nel 2002, la teoria aliena sembrava improbabile. “Avremmo dovuto vederla di nuovo quando l’abbiamo cercata più di cinquanta volte. Qualcosa mi suggerisce che era un segnale di origine terrestre che veniva semplicemente riflesso da un frammento di detriti spaziali”.

Ma Ehman ha sbagliato. Come ha dimostrato Antonio Paris nel 2017, non è stato un segnale terrestre. Paris è un astronomo che aveva passato anni studiando il segnale Wow! Nel 2016, insieme a Evan Davies, ha proposto (link a file in pdf) che il segnale potesse essere stato causato da un asteroide, il 266P/Christensen o il P/2008 Y2, che all’epoca viaggiava attraverso il sistema solare.

Secondo Paris e Davies, questi due asteroidi avevano qualcosa in comune: un’enorme nuvola di idrogeno attorno a loro. Entrambi i corpi celesti sono stati scoperti nel 2006, quindi non sono stati visti durante le indagini sul segnale. Poiché il segnale cade vicino alla “linea dell’idrogeno“, è perfettamente plausibile che quelle nuvole siano state la causa del “Segnale Wow!”.

La tesi era suggestiva, ma non era chiaro come dimostrarla.

Quindi per dimostrarlo, Paris ha trascorso gli ultimi mesi del 2016 e i primi mesi del 2017 a seguire la cometa 266P con un radiotelescopio. Effettivamente, i segnali che hanno trovato (link a file in pdf) si adattano perfettamente al famoso segnale del 1977.

Inoltre, Paris ha esaminato altri asteroidi con nuvole simili e ha concluso che, se la causa non fosse 266P, avrebbe potuto essere qualsiasi altro asteroide. Ecco come è stato risolto un mistero di oltre 40 anni e una delle grandi speranze di coloro che hanno continuato a cercare la vita oltre il nostro pianeta.

Andrea TosiScienzaTopAlieni,Asteroidi,Astronomia,Cosmo,Enigmi Alieni,extraterrestri,Intelligenza extraterrestre,Libro UFO,misteri,Misteri nello Spazio,ovni,Segnali spaziali,Spazio,Spazio News,Spazio UFO,SPAZIO UFO OVNI,Ufologia,Universo,Vita extraterrestre,Vita nello Spazio
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