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Lord Martin Rees, l’astronomo più importante del Regno Unito, avverte i cittadini britannici che se scopriamo vita extraterrestre, potrebbe essere più strana di quanto abbiamo pensato finora: più artificialmente intelligente di quanto avremmo mai immaginato.

In un articolo per la BBC, l’astronomo della famiglia reale britannica, Lord Martin Rees, sostiene che non è folle pensare all’esistenza di extraterrestri con intelligenza artificiale, dato che gli esseri umani stanno entrando nell’era dell’intelligenza artificiale.

L’astronomo nominato dalla Corona spiega:

“Potrebbe essere che gli esseri umani siano vicini alla fine dell’evoluzione darwiniana – non abbiamo più bisogno di essere i più adatti a sopravvivere -, ma l’evoluzione tecnologica delle menti artificialmente intelligenti è appena iniziata. Potrebbero passare solo uno o due secoli prima che gli esseri umani vengano superati o trascenduti dall’intelligenza inorganica”.

Rees aggiunge:

“Se ciò accade, la nostra specie non sarebbe stata altro che un breve interludio nella storia della Terra prima che le macchine prendano il controllo”.

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Extraterrestri “artificiali”

Anche se spesso immaginiamo gli extraterrestri come humanoidi, o almeno fatti di carne e ossa, ci sono molte possibilità che siano “più artificiali”, sostiene il lord britannico, il che “potrebbe spiegare perché l’universo sembra così vuoto di vita come noi”.

Se l’intelligenza non organica è il percorso che le cose seguono nell’universo, i nostri telescopi fabbricati dall’uomo avrebbero “molte poche probabilità” di trovare tracce di vita come la nostra, argomenta Rees.

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Rees aggiunge:

“Forse è più probabile che gli alieni siano la progenie elettronica remota di altre creature organiche che esistevano molto tempo fa”.

È un’affermazione audace, e sembra che Rees l’abbia già fatta in passato, e anche di recente.

A giugno, l’astronomo reale ha pubblicato un articolo simile su Scientific American, in cui ha preso posizione sulla famosa paradosso di Fermi, in cui, discutendo sulla vita extraterrestre nel 1950 dopo aver visto una vignetta del New Yorker di extraterrestri che rubano i bidoni della spazzatura di New York, il fisico Enrico Fermi si chiedeva: “Dove sono tutti?“.

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Intelligenza inorganica

Come sostenuto da Rees in quel precedente editoriale, la risposta a quella dannatamente semplice domanda potrebbe non essere un effetto di “filtro grande” che soffoca altri tipi di vita ed esclude la loro esistenza, ma piuttosto che altre civiltà siano artificialmente molto più intelligenti della nostra. È, almeno, un’opinione interessante, soprattutto perché qualche settimana prima, un ricercatore molto meno famoso ha suggerito che l’IA stessa potrebbe essere il “filtro grande” che tutti abbiamo aspettato.

Rees sostiene che, se esistono alieni con intelligenza artificiale, è quasi certo che non disponiamo della tecnologia necessaria per rilevarli, cioè se vogliono essere scoperti.

Rees conclude:

“Forse quello che c’è là fuori non evolve per selezione darwiniana: sarebbe quello che chiamo ‘design intelligente secolare’, qualcosa come macchine che progettano macchine migliori. E anche se non ci sta trasmettendo la sua esistenza, potrebbe trovarsi in tutto l’Universo“.

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Considerazioni finali

Insomma, quello che afferma Rees non è affatto assurdo, al contrario ha molto senso. Gli umani in un futuro prossimo dovranno fondersi con dispositivi tecnologici per poter sopravvivere su un pianeta in cambiamento. È possibile che su altri mondi, la vita molto, molto più antica di noi abbia dovuto trasformarsi in macchine per poter persistere. Quindi il “primo contatto” con una specie aliena sulla Terra potrebbe essere il primo contatto con un’intelligenza artificiale aliena. Avremo qualche possibilità contro questo?

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Lord Martin Rees, l'astronomo più importante del Regno Unito, avverte i cittadini britannici che se scopriamo vita extraterrestre, potrebbe essere più strana di quanto abbiamo pensato finora: più artificialmente intelligente di quanto avremmo mai immaginato. In un articolo per la BBC, l'astronomo della famiglia reale britannica, Lord Martin Rees, sostiene...