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Sono in tanti a chiedersi se il CBD annoveri dei benefici e in che modo possa essere utilizzato. La verità è che, purtroppo, c’è ancora tanta disinformazione in merito alla faccenda, perché questa sostanza è spesso e volentieri associata alle droghe pesanti.

Ma le cose stanno davvero così? Ovviamente no. Ad oggi infatti, esistono tanti shop di canapa light come Justbob che offrono un’ampia gamma di prodotti sicuri e pienamente rispettosi della normativa, incluso il CBD.

Ma adesso la vera domanda è: in che modo questa sostanza naturale proveniente dalla cannabis può essere impiegata a beneficio dell’uomo?

Per rispondere a questa domanda, nel seguente articolo ne verranno elencati i potenziali benefici e gli usi in ambito medico.

CBD: i possibili benefici e i vari utilizzi in ambito medico

Partiamo dalle basi: che cos’è il CBD e qual è il dosaggio raccomandato?

Il cannabidiolo (CBD) è una delle sostanze principali contenute all’interno della pianta di cannabis. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), non è psicotropa, il che significa che non innesca uno stato di dipendenza al livello psicofisico in chi la assume.

Il CBD, vittima di tanti pregiudizi, è stato a lungo tenuto lontano dal mondo della medicina, ma negli ultimi anni diversi studi hanno portato alla luce dei risultati più che sorprendenti.

Non è strano, infatti, che oggi questa sostanza sia impiegata per la realizzazione di prodotti alimentari, cosmetici o addirittura medicinali.

Per essere più specifici, il CBD ha dimostrato di essere benefico per il trattamento di infiammazioni, disturbi del sonno, ansia e dolore cronico. Ad ogni modo, come abbiamo detto poco fa, il CBD soffre ancora di pregiudizi che lo legano ‘alla droga pesante’, benché abbia poco a che vedere con quest’ultima.

Per questo motivo la ricerca è ancora in corso, ma i riscontri ottenuti fino a questo momento fanno ben sperare.

Detto questo, prima di assumere un prodotto a base di cannabidiolo, come l’olio di CBD, è opportuno confrontarsi con il proprio medico curante, in quanto il dosaggio varia da persona a persona.

Senza contare il fatto che si dovrà valutare l’eventuale reazione di questa sostanza scaturita da un’interazione con altri farmaci.

CBD in ambito medico: una possibile cura per epilessia e ansia?

Nonostante l’ostruzionismo causato dai pregiudizi nei confronti della cannabis, il CBD continua a essere oggetto di studi e una buona parte del reparto medico confida nel fatto che questa sostanza possa aiutare a trattare patologie come ansia ed epilessia.

Esatto, proprio così. La svolta è stata segnata nel 2018 dal farmaco Epidiolex, il primo medicinale contenente cannabidiolo a essere stato messo in commercio per trattare ben due tipi di epilessia.

Al momento sono necessari nuovi studi ma pare proprio che l’Epidiolex abbia maggiore beneficio nei pazienti affetti da questo disturbo rispetto all’effetto placebo.

Ma non è tutto. Altri studi hanno confermato il potenziale del CBD per il trattamento di attacchi di panico, ansia e disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Ad ogni modo, nonostante ci sia un’evidente risposta positiva da parte dei pazienti, è opportuno attendere ulteriori sviluppi per testare gli effetti nel lungo termine.

CBD: ci sono effetti collaterali?

Se da una parte abbiamo offerto una panoramica sui possibili benefici del CBD, è giusto anche dare un’occhiata agli eventuali effetti secondari. Come abbiamo più volte ribadito, la ricerca è ancora in corso, per cui non si ha l’assoluta certezza che il CBD sia esente da rischi se assunto per un lungo periodo. Vediamone alcuni.

Problemi di infertilità

Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di marijuana possa influire sul numero e sulla vitalità degli spermatozoi.

Al momento queste analisi sono state condotte esclusivamente sugli animali, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti, fermo restando che è importante essere coscienti dell’eventualità di questi effetti collaterali quando si assume la cannabis in età riproduttiva.

Interazione con altri farmaci

È risaputo che la cannabis, e il CBD, possano interagire con altri farmaci, e gli antidepressivi ne sono un esempio. Per questa ragione, è essenziale che il paziente si rivolga sempre al proprio medico, così da concordare se potrà assumere il CBD senza problemi e capire quale sia la dose più adeguata.

Tuttavia, le ricerche sull’interazione del cannabidiolo con i farmaci da prescrizione e con i normali integratori da banco sono ancora limitate, per cui andrebbe valutato caso per caso.

Lesioni al fegato

Durante la sperimentazione del farmaco approvato per il trattamento dell’epilessia, è emerso un possibile effetto secondario del CBD.

A seguito delle analisi del sangue dei pazienti sottoposti alla cura sperimentale, è emerso un possibile rischio di lesioni epatiche. La buona notizia è che il problema può essere contenuto se il CBD viene assunto esclusivamente sotto la supervisione del medico.

Conclusioni

In questo articolo si è cercato di offrire una panoramica circa gli usi e i potenziali benefici del cannabidiolo. Per par condicio abbiamo anche deciso di elencare i principali effetti secondari di questa sostanza, nonostante siano necessari ulteriori studi.

Stando alle analisi condotte finora, i risultati ottenuti sembrano promettenti, specie per quanto concerne il trattamento di epilessia e stati d’ansia.

Infine, lo ribadiamo, è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico per la prescrizione del dosaggio corretto di prodotti a base di CBD, così da evitare che insorgano effetti secondari.

Federica SantoniSaluteTopAntinfiammatori,Antiossidante,CBD,Oli vettore
Sono in tanti a chiedersi se il CBD annoveri dei benefici e in che modo possa essere utilizzato. La verità è che, purtroppo, c’è ancora tanta disinformazione in merito alla faccenda, perché questa sostanza è spesso e volentieri associata alle droghe pesanti. Ma le cose stanno davvero così? Ovviamente no....