Nello stato di Campeche in Messico, la Monsanto non può seminare la soia transgenica. Il motivo è semplice: non l’ha menzionata nella richiesta del permesso. Organizzazioni ONG e comunità indigena Maya dello stato messicano (nella penisola dello Yucatan), denunciano la Monsanto di aver rovinato 21341 ettari di coltivazioni con i semi transgenici. La denuncia è grave, in quanto la Suprema Corte di Giustizia di Messico aveva già sospeso il permesso che Segreteria dell’Agricoltura (Sagarpa) aveva concesso a Monsanto per realizzare le coltivazioni dei suoi semi di soia detti “fagioli suicidi”.
Tra i danni che le comunità e le organizzazioni civili di Campeche denunciano che vi è stata la morte massiva di api per l’uso del fertilizzante. Gli apicoltori di Campeche erano particolarmente ostili alla decisione del governo, dal momento che in questi anni hanno potuto sperimentare direttamente l’impatto negativo dei semi GM sull’allevamento delle api nella loro regione. Hanno definito l’attività della Monsanto come “inquinamento della produzione”, che ha avuto come risultato perdita di reddito e chiusura dei mercati internazionali agli allevatori locali di api. Un danno che ha colpito 25 mila famiglie della zona.
Sono scese in campo anche Greenpeace e Indignación AC. Monsanto adesso rischia una multa di oltre 2 milioni di pesos (circa 107 mila euro) per violare il regolamento della biosicurezza in Messico.
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