Nel panorama della ricerca sulla depressione, un nuovo studio sta proiettando l’approccio terapeutico verso una direzione più mirata e personalizzata. Gli scienziati, provenienti da team statunitensi e australiani, hanno condotto un’analisi approfondita sull’attività cerebrale di individui affetti da depressione e ansia, individuando sei modelli distinti di funzionamento cerebrale che potrebbero rivoluzionare il trattamento della malattia.
La ricerca ha coinvolto 801 partecipanti, la maggior parte dei quali non trattati, con diagnosi di disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo di panico, disturbo d’ansia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo o disturbo da stress post-traumatico, o una combinazione di questi disturbi. Per confronto, sono stati inclusi anche 137 individui sani come gruppo di controllo.
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), sono state ottenute 41 misurazioni di attivazione e connettività cerebrale per ciascun partecipante. Le scansioni sono state effettuate sia durante il riposo che in risposta a compiti specifici, focalizzandosi su sei circuiti cerebrali noti per il loro ruolo nella depressione.
Attraverso l’applicazione di tecniche avanzate di apprendimento automatico, i ricercatori sono riusciti a identificare sei tipi distinti di modelli cerebrali tra i partecipanti affetti da depressione e ansia. Questi modelli variavano significativamente nell’attività e nella connettività cerebrale, rispetto sia agli altri partecipanti che al gruppo di controllo.
Secondo Leanne Williams, psichiatra e scienziata comportamentale della Stanford University:
“Questa è la prima volta che siamo riusciti a dimostrare che la depressione può essere spiegata da diverse disfunzioni del funzionamento cerebrale“.
Una delle sfide principali nella cura della depressione è stata l’approccio “unico per tutti”, che spesso conduce a tentativi ed errori nella scelta dei trattamenti. Tuttavia, questo nuovo studio apre la strada alla psichiatria di precisione, dove i trattamenti possono essere selezionati in base al profilo specifico di attività cerebrale di ciascun paziente.
Secondo Jun Ma dell’Università dell’Illinois:
“Per spostare davvero il campo verso la psichiatria di precisione, dobbiamo identificare i trattamenti che hanno maggiori probabilità di essere efficaci per i pazienti e sottoporli a quel trattamento il prima possibile“.
I risultati dello studio pubblicato su Nature, hanno anche evidenziato che diversi trattamenti terapeutici potrebbero essere più efficaci per specifici sottotipi di depressione. Ad esempio, l’antidepressivo venlafaxina è stato identificato come particolarmente efficace per coloro che mostravano un’iperattività nelle regioni cognitive del cervello.
D’altra parte, la terapia della parola ha mostrato migliori risultati per i pazienti con attività cerebrale più elevata nelle aree associate alla depressione e alla risoluzione dei problemi.
Questo approccio mirato non solo potrebbe migliorare i tassi di remissione della depressione, ma anche ridurre il tempo e le risorse spesi nei trattamenti inefficaci.
Nel 2023, il team di ricerca ha identificato un nuovo biotipo cognitivo della depressione, che colpisce una significativa percentuale di individui con disturbo depressivo maggiore. Questo biotipo è caratterizzato da deficit cognitivi nell’attenzione, nella memoria e nell’autocontrollo, che spesso non rispondono agli antidepressivi tradizionali mirati alla serotonina.
Utilizzando la fMRI, i ricercatori sono stati in grado di predire la remissione con una precisione del 63% per coloro che presentavano il biotipo cognitivo, rispetto al 36% senza tale strumento diagnostico. Attualmente, sono in corso studi per sviluppare nuovi trattamenti specifici per questo tipo di depressione.
La depressione rimane una condizione complessa con molteplici variabili e sottotipi. Tuttavia, i recenti progressi nella ricerca stanno aprendo nuove strade verso un trattamento più personalizzato e efficace. L’identificazione dei modelli cerebrali distinti e l’associazione con trattamenti specifici rappresentano un passo significativo verso la realizzazione di una psichiatria di precisione.
Questi sviluppi promettono di migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti affetti da depressione, riducendo il tempo necessario per trovare la terapia più adatta e aumentando le possibilità di remissione.
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