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Più del 10% dei residenti UE senza riscaldamento nel 2023: un problema ancora irrisolto

Nel corso del 2023, oltre il 10% dei residenti dell’Unione Europea, pari a circa 47,5 milioni di persone, non è riuscito a riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. Questo dato emerge da un’analisi condotta dalla Confederazione Europea dei Sindicatos (CES) e riportata dal portale Euractiv, che evidenzia una situazione di disagio persistente per milioni di cittadini europei. La crisi energetica, che ha colpito duramente il continente nel 2022, sembra non essere del tutto superata, lasciando strascichi significativi nelle vite quotidiane e nelle bollette energetiche delle famiglie.

Secondo il rapporto, anche se Bruxelles ha dichiarato di aver lasciato alle spalle la fase più acuta della crisi energetica di due anni fa, per molti europei le difficoltà non sono mai cessate. I costi dell’energia, infatti, rimangono strutturalmente più elevati rispetto al periodo pre-crisi, mettendo sotto pressione i bilanci domestici. In questo contesto, la CES ha lanciato un appello affinché il futuro Piano d’Azione dell’UE per un’Energia Asequible ponga al centro delle proprie priorità la riduzione delle bollette dei cittadini, senza limitarsi a interventi mirati esclusivamente ai costi sostenuti dall’industria.

Un piano europeo atteso, ma servono misure più incisive

La Commissione Europea dovrebbe presentare mercoledì prossimo il tanto atteso piano d’azione sull’energia, con l’obiettivo di introdurre misure concrete per alleggerire le bollette energetiche sia nel breve che nel lungo periodo. Tuttavia, i rappresentanti dei lavoratori chiedono un impegno più deciso. Il dato allarmante che motiva questa richiesta è il numero di decessi legati al freddo: ogni anno, in Europa, circa 363.000 persone perdono la vita a causa di temperature rigide e dell’impossibilità di riscaldarsi adeguatamente. Un problema che, secondo i sindacati, non può essere ignorato e che richiede interventi mirati e tempestivi.

A complicare ulteriormente il quadro, i prezzi del gas naturale, fondamentale per il riscaldamento domestico, hanno raggiunto nel 2023 il loro picco massimo nell’UE. Questo aumento è legato al rapido esaurimento delle scorte nei depositi europei, una situazione aggravata dalla decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di interrompere, a gennaio, le forniture di gas russo attraverso l’Ucraina. La dipendenza da queste risorse e le tensioni geopolitiche continuano a pesare sulla stabilità energetica del continente, rendendo urgente una strategia efficace e condivisa.

Nuovi aiuti a Kiev e il nodo della solidarietà europea

Mentre l’Europa affronta queste sfide interne, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato oggi da Kiev un nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina del valore di 3.500 milioni di euro, che sarà erogato nel mese di marzo. Questa mossa riflette l’impegno dell’UE nel sostenere il paese in guerra, ma solleva anche interrogativi su come bilanciare le necessità interne dei cittadini europei con la solidarietà internazionale.

In sintesi, il 2023 ha messo in luce una vulnerabilità persistente nell’accesso all’energia per milioni di europei, con 47,5 milioni di persone alle prese con case fredde e bollette insostenibili. La risposta della Commissione Europea sarà cruciale per determinare se il continente riuscirà a garantire un’energia accessibile a tutti, affrontando al contempo le complessità di un mercato energetico in continua evoluzione e le pressioni esterne.

Federica SantoniEconomiaTopBollette energetiche,Crisi energetica,Piano UE,Riscaldamento,Unione EuropeaPiù del 10% dei residenti UE senza riscaldamento nel 2023: un problema ancora irrisolto Nel corso del 2023, oltre il 10% dei residenti dell’Unione Europea, pari a circa 47,5 milioni di persone, non è riuscito a riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. Questo dato emerge da un’analisi condotta dalla Confederazione Europea...