La dieta che riduce il rischio di Alzheimer del 22%, la ricerca americana: ecco i  superfood e i cibi da evitare.

La dieta MIND si conferma come uno dei regimi alimentari più efficaci nel contrastare il declino cognitivo e ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Una recente ricerca americana pubblicata su JAMA Network Open ha evidenziato come questo approccio nutrizionale possa abbassare del 22% la probabilità di insorgenza della sclerosi ippocampale, una patologia cerebrale degenerativa strettamente legata alla memoria e alla demenza.

La dieta MIND: un connubio tra Mediterraneo e DASH

La dieta MIND, acronimo di Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay, rappresenta un incrocio tra la tradizionale dieta mediterranea e la dieta DASH, sviluppata per la gestione dell’ipertensione. Essa privilegia il consumo di alimenti ricchi di nutrienti benefici per il cervello, limitando invece l’assunzione di grassi saturi e zuccheri.

Tra i 7 superfood fondamentali per la salute cerebrale, la dieta MIND indica:

  • Verdure a foglia verde
  • Frutti di bosco
  • Frutta secca
  • Cereali integrali
  • Fagioli
  • Pollame
  • Pesce

Al contrario, sono da evitare o limitare fortemente quattro categorie di cibi noti per il loro impatto negativo sulle funzioni cognitive:

  • Carne rossa
  • Formaggi grassi
  • Dolci
  • Cibi fritti e fast food
come prevenire l'alzhiemer con il cibo
Gli alimenti per prevenire l’Alzheimer – postbreve.com

Questa selezione alimentare mira specificamente a preservare la funzionalità dell’ippocampo, una regione cerebrale essenziale per la memoria, che risulta particolarmente vulnerabile con l’avanzare dell’età.

Lo studio, condotto su un campione di 809 partecipanti, ha rilevato che circa il 10% di essi presentava segni di sclerosi ippocampale, una condizione caratterizzata da gliosi e perdita neuronale che contribuisce al deterioramento cognitivo e alla demenza, indipendentemente dalla presenza di patologia di Alzheimer.

I partecipanti con un punteggio più alto nell’adesione alla dieta MIND mostravano un rischio significativamente inferiore di sviluppare questa forma di degenerazione cerebrale. In particolare, ogni punto aggiuntivo nella scala di aderenza alla dieta era associato a una riduzione del 22% delle probabilità di sclerosi ippocampale, anche tenendo conto di vari fattori confondenti come età, sesso e patologie vascolari.

La professoressa Puja Agarwal, che ha guidato la ricerca presso il Rush University Medical Center, ha sottolineato l’importanza di questi risultati: «La salute dell’ippocampo è cruciale per gli anziani, poiché questa struttura è al centro della memoria. La dieta MIND emerge come un fattore modificabile che può proteggere il cervello e rallentare la progressione della sclerosi ippocampale».

Limiti e prospettive future della ricerca

Nonostante l’entusiasmo per i risultati ottenuti, gli autori dello studio evidenziano alcune limitazioni. Essendo uno studio osservazionale, non può stabilire con certezza un rapporto di causa-effetto tra dieta e salute cerebrale. Inoltre, fattori non misurati come l’accesso alle cure sanitarie, stili di vita complessivi o variabili genetiche potrebbero aver influenzato i dati.

Un altro aspetto da approfondire riguarda quali componenti specifici della dieta MIND siano maggiormente responsabili degli effetti neuroprotettivi osservati. Attualmente, la ricerca prosegue per capire come l’alimentazione interagisca con i marcatori biologici di infiammazione e stress ossidativo nel cervello.

Va inoltre considerato che il campione analizzato era composto principalmente da adulti bianchi anziani disposti a donare il cervello per scopi scientifici, condizione che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati a popolazioni più ampie e diversificate.

Questa indagine rappresenta comunque un passo importante per la prevenzione delle malattie neurodegenerative, suggerendo come una scelta alimentare consapevole possa avere un impatto significativo sulla qualità della vita nella terza età.

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