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Grande Satellite misteriosamente frantumato nello Spazio

  • Il satellite Intelsat 33e si frantuma in orbita, sollevando preoccupazioni per la crescita dei rifiuti spaziali e l’impatto sulle comunicazioni globali.

Il Ritorno al Futuro: La frantumazione del Satellite Intelsat 33e e l’Incremento dei Detriti Spaziali

Un grande satellite per comunicazioni, l’Intelsat 33e, si è frantumato in orbita, causando disagi a milioni di utenti in Europa, Africa Centrale, Medio Oriente, Asia e Australia. Questo evento ha sollevato preoccupazioni non solo per l’immediato impatto sulla comunicazione, ma anche per la crescente quantità di detriti spaziali che affollano il nostro pianeta.

L’Intelsat 33e: Un Problema di Comunicazione

L’Intelsat 33e, un satellite progettato e realizzato da Boeing, era operante in un’orbita geostazionaria a circa 35.000 km sopra l’Oceano Indiano. La sua funzione principale era fornire servizi di comunicazione a banda larga.

Tuttavia, il 20 ottobre 2023, sono giunte le prime notizie di una perdita di potenza improvvisa, seguita da una conferma da parte delle Forze Spaziali Statunitensi che il satellite si era spezzato in almeno 20 frammenti.

Questo non è un evento isolato. In passato, ci sono stati casi di distruzioni deliberate di satelliti, collisioni accidentali e perdite dovute a un aumento dell’attività solare. La frattura dell’Intelsat 33e è solo l’ultimo di una serie di incidenti che mette in luce la vulnerabilità dei satelliti in orbita.

Storia di Problemi e Inefficienze

L’Intelsat 33e non è stato esente da problemi sin dalla sua messa in orbita, avvenuta nel 2016. Il satellite ha raggiunto la sua orbita operativa solo tre mesi dopo il previsto, a causa di un malfunzionamento del propulsore principale. Altri problemi di propulsione sono emersi durante le attività di mantenimento dell’orbita, che hanno comportato un consumo di carburante superiore alle aspettative, riducendo la durata della missione di circa 3,5 anni.

Nonostante i problemi, al momento della sua frattura, il satellite non risultava assicurato, il che complicherà ulteriormente la situazione per Intelsat, ora impegnata in un’indagine per comprendere l’accaduto.

L’Impatto dei Rifiuti Spaziali

La quantità di rifiuti in orbita terrestre sta aumentando a ritmi allarmanti. Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), si stima che ci siano oltre 40.000 pezzi di detriti più grandi di 10 cm e più di 130 milioni di oggetti più piccoli di 1 cm. L’ammontare totale di oggetti di origine umana in orbita terrestre è di circa 13.000 tonnellate, corrispondente al peso di 90 balene azzurre.

Il problema dei rifiuti spaziali non è solo numerico; è anche di monitoraggio e gestione. A quote elevate come quella dell’Intelsat 33e, possiamo osservare solo oggetti sopra una certa dimensione, rendendo difficile la valutazione dei rischi. La frattura del satellite ha probabilmente generato detriti troppo piccoli per essere tracciati dai sistemi attuali.

Negli ultimi mesi, si sono verificati diversi eventi di rottura incontrollata di satelliti dismessi, aumentando ulteriormente il rischio di collisioni in orbita. Ad esempio, nel giugno 2023, il satellite RESURS-P1 ha subito una frattura in orbita bassa, generando più di 100 pezzi di detriti tracciabili, insieme a molti altri frammenti non tracciabili. Altri incidenti, come quello del satellite DMSP 5D-2 F8, hanno contribuito a una situazione sempre più complessa.

Chi è Responsabile della Pulizia?

Un’altra questione cruciale riguarda la responsabilità della gestione dei rifiuti spaziali. Secondo la Convenzione del 1972 sulla Responsabilità Internazionale per i Danni Causati da Oggetti Spaziali, il paese che lancia un oggetto è responsabile per eventuali danni causati, ma nella pratica, la responsabilità è spesso difficile da attribuire. Nel 2023, la Commissione Federale delle Comunicazioni degli Stati Uniti ha emesso la prima multa per rifiuti spaziali, ma non è chiaro se ci saranno sanzioni nel caso dell’Intelsat 33e.

Guardando al Futuro

Con l’aumento dell’utilizzo dello spazio da parte dell’umanità, l’orbita terrestre sta diventando sempre più affollata. Per gestire i pericoli legati ai detriti orbitali, è essenziale un monitoraggio continuo e l’implementazione di tecnologie di tracciamento avanzate, insieme a sforzi mirati per ridurre la quantità di rifiuti. Molti satelliti operano a quote inferiori rispetto all’Intelsat 33e e possono essere riportati in modo sicuro nell’atmosfera terrestre al termine della loro missione.

Un esempio positivo è rappresentato dal satellite “Salsa” dell’ESA, deorbitato con una rientro mirato, che ha bruciato in sicurezza nell’atmosfera. Tuttavia, la questione dei rifiuti spaziali è complessa:

la NASA ha calcolato che se la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dovesse rompersi in orbita, genererebbe più di 220 milioni di frammenti di detriti“.

Pertanto, è fondamentale pianificare il deorbitamento della ISS al termine della sua vita operativa nel 2030, un progetto già in fase di realizzazione con un contratto assegnato a SpaceX. La necessità di una governance efficace nello spazio diventa sempre più urgente man mano che l’attività spaziale si intensifica, affinché l’umanità possa continuare a esplorare e utilizzare il nostro ambiente cosmico senza compromettere la sicurezza delle generazioni future.

Insomma, la distruzione dell’Intelsat 33e è un campanello d’allarme riguardo alla crescente problematica dei rifiuti spaziali. Con un numero sempre maggiore di satelliti in orbita, è cruciale adottare misure preventive per mitigare i rischi associati ai detriti, garantendo un uso sostenibile e sicuro dello spazio. La cooperazione internazionale e l’innovazione tecnologica saranno fondamentali per affrontare questa sfida, per proteggere il nostro ambiente spaziale e garantire la continuità delle comunicazioni globali.

Andrea Tosi

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