La Conservazione del Patrimonio Sensoriale: Il Ruolo dell’Olfatto nella Storia

Quando si osservano gli oggetti esposti nelle vetrine dei musei, raramente si ha una visione completa della loro storia. Un aspetto che spesso viene trascurato o addirittura perso nel processo di conservazione è l’odore. Questa dimenticanza limita la nostra capacità di cogliere informazioni importanti, come il metodo di produzione o la funzione originaria dell’oggetto.

Il patrimonio sensoriale, infatti, è un elemento fondamentale per una comprensione profonda del nostro passato, e l’olfatto rappresenta una dimensione altrettanto significativa quanto la vista, ma spesso ignorata.

La ricercatrice Cecilia Bembibre, coinvolta in questo campo, e che lavora nell’ambito del patrimonio sensoriale, sviluppa metodi innovativi per identificare e preservare gli odori di rilevanza culturale. L’obiettivo del suo lavoro è di offrire una comprensione più completa e multisensoriale del patrimonio storico, permettendo di apprezzare anche ciò che non è visibile.

Un Progetto Olfattivo con le Mummie dell’Antico Egitto

Uno dei suoi progetti più recenti l’ha vista protagonista in uno studio di grande impatto sul patrimonio olfattivo legato alle mummie egiziane. In collaborazione con l’Università di Lubiana, l’Università di Cracovia e il Museo Egizio del Cairo, la ricercatrice ha contribuito a uno studio volto a ricostruire gli odori che caratterizzano queste antiche mummie, un aspetto che, sebbene invisibile, è fondamentale per comprendere meglio le pratiche di conservazione e mummificazione dell’antico Egitto. Il progetto ha visto l’impiego di avanzate tecniche di analisi chimica e olfattiva, con l’intento di preservare la memoria olfattiva di questi corpi millenari.

Sono stati studiati nove corpi mummificati provenienti dal Museo Egizio: quattro esposti e cinque conservati in deposito. Queste mummie appartengono a periodi storici diversi e sono state conservate con metodi distinti, offrendo così un’ampia panoramica delle tecniche di mummificazione utilizzate nel corso dei millenni.

Il Lavoro delle “Nasi Esperte” nel Museo Egizio

Per garantire l’affidabilità dei risultati, la ricercatrice ha formato un team di sniffers esperti – un gruppo di professionisti in grado di descrivere accuratamente gli odori. Tra i membri del team ci sono anche alcuni colleghi che hanno lavorato con lei in precedenti progetti, oltre a esperti provenienti direttamente dal Museo Egizio, che sono stati formati appositamente per l’occasione. L’obiettivo era quello di raccogliere informazioni sugli odori derivanti dalle mummie attraverso l’analisi di campioni d’aria prelevati dai sarcofagi.

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Prima di procedere con la raccolta degli odori, è stata condotta un’analisi chimica preliminare per garantire che le mummie fossero sicure da “annusare”. Infatti, nel corso dei decenni, alcuni corpi erano stati trattati con pesticidi sintetici per migliorarne la conservazione.

Alcuni di questi pesticidi risultavano potenzialmente dannosi per la salute, quindi sono stati esclusi dallo studio. Successivamente, sono stati prelevati campioni d’aria da nove mummie, e questi campioni sono stati analizzati in laboratorio per identificare i composti chimici presenti, utilizzando tecniche come la cromatografia.

Scoperte Sensazionali e Sorprendenti

I risultati ottenuti dalla ricerca sono stati sorprendentemente diversi dalle aspettative comuni, che spesso associano le mummie a odori sgradevoli e pungenti. Nonostante ciò che si può immaginare, gli odori che il team ha percepito erano, in realtà, piuttosto piacevoli. Le descrizioni dei membri del team di sniffers includevano note “legnose”, “floreali”, “dolci”, “speziate” e “resinosi”.

Tra gli ingredienti di imbalsamazione identificati vi erano oli di conifere, incenso, mirra e cannella. Inoltre, è stato possibile rilevare tracce di grassi animali utilizzati nel processo di mummificazione, oltre a tracce di pesticidi sintetici e oli vegetali usati più recentemente per la conservazione museale.

Gli odori percepiti dalle mummie esposte risultavano più intensi rispetto a quelli delle mummie conservate in deposito, ma in ogni caso nessuno di questi odori era paragonabile a un profumo. Una delle scoperte più sorprendenti è stata quella di un odore che evocava il tè nero, un profumo inaspettato e difficile da associare a corpi antichi. Dopo aver eseguito ulteriori analisi, è stato identificato un composto chimico, il caryophyllene, come possibile responsabile di questa fragranza.

La Ricostruzione Olfattiva delle Mummie Egiziane

Il passo successivo in questo progetto prevede la ricostruzione chimica degli odori delle mummie, per permettere ai visitatori del Museo Egizio di sperimentarli in prima persona. Il processo prevede la creazione di una replica precisa degli odori che il team ha percepito, nonché un’interpretazione olfattiva di come questi corpi potessero odorare al momento della loro sepoltura, all’interno delle tombe sigillate.

La ricostruzione olfattiva sarà pronta entro il 2026, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza unica e coinvolgente. Inoltre, altri musei con collezioni egiziane hanno già manifestato interesse nel replicare questo progetto, applicando metodi simili per conservare e valorizzare il patrimonio olfattivo delle loro collezioni.

Il Futuro del Patrimonio Olfattivo

Oltre a questo progetto, la ricercatrice è coinvolta in iniziative dedicate alla catalogazione degli odori di rilevanza culturale. Tra i progetti in corso vi sono la raccolta di odori legati a oggetti storici nel Regno Unito, come automobili d’epoca, piatti tradizionali e biblioteche storiche. Questi progetti hanno come obiettivo la creazione di un vero e proprio catalogo olfattivo che possa arricchire la comprensione del patrimonio culturale attraverso il senso dell’olfatto.

Il lavoro svolto sulla mummificazione egiziana rappresenta un esempio concreto di come sia possibile restituire una dimensione aggiuntiva al patrimonio culturale, ampliando l’esperienza museale in modo multisensoriale. Attraverso l’olfatto, infatti, i visitatori possono avere una comprensione più profonda delle pratiche antiche, arricchendo il loro legame con il passato e con la storia che si cela dietro gli oggetti e i corpi che ci sono stati tramandati.

In futuro, grazie a queste ricerche, sarà possibile immergersi nei segreti del passato, vivendo un’esperienza sensoriale che riporta alla vita la storia.

Andrea TosiScienzaTopAntico Egitto,Conservazione Odori,Mummia Egizia,mummia egiziana,Mummie Egiziane,Mummificazione,Olfatto,Patrimonio Sensoriale,storia antica,Tecniche di MummificazioneLa Conservazione del Patrimonio Sensoriale: Il Ruolo dell'Olfatto nella Storia Quando si osservano gli oggetti esposti nelle vetrine dei musei, raramente si ha una visione completa della loro storia. Un aspetto che spesso viene trascurato o addirittura perso nel processo di conservazione è l'odore. Questa dimenticanza limita la nostra capacità...