Salute

Tumore al cervello: cellulare si o cellulare no?

Riusciranno gli studiosi a mettersi d’accordo sui danni provocati dall’uso del cellulare? La diatriba prosegue. Oggi emerge una notizia a favore dell’uso dei cellulari che, a quanto sembra dall’ultimo studio effettuato in Australia, il suo utilizzo non è legato allo sviluppo di tumori al cervello.

I ricercatori hanno pubblicato i dati raccolti in 30 anni sulla rivista Cancer Epidemiology. I numeri raccolti sono stati confrontati con quelli di un modello informatico che ha calcolato quanti casi ci sarebbero dovuti essere se le onde elettromagnetiche avessero effettivamente aumentato il rischio del 150%, ma il numero reale è risultato molto minore.

“Il nostro studio – scrivono gli autori – segue quelli pubblicati negli Stati Uniti, in Inghilterra, nei Paesi nordici e in Nuova Zelanda, in cui non è stata trovata nessuna conferma del legame tra telefoni cellulari e tumori al cervello”. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nell’altalena tra gli studi che periodicamente gettano sospetti sul fatto che l’uso esteso dei cellulari possa favorire il cancro e quelli che invece non trovano riscontro pratico a questi timori, non c’è dubbio che, anche prima di questa ulteriore conferma, le ragioni della rassicurazione abbiano avuto finora sempre la meglio.

I segnali d’allarme infatti sono venuti per lo più da ricerche condotte su animali e pubblicate su riviste di secondo ordine. Inoltre occorre chiarire che i telefonini non emettono radiazioni ionizzanti come quelle usate per le radiografie, capaci di provocare mutazioni del DNA, ma solo onde radio con frequenze vicine a quella utilizzata dai forni a microonde.

Alcuni studi condotti dai ricercatori dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, diretti da Paolo Maria Rossini, hanno spiegato che i telefonini avrebbero la capacità di accrescere l’eccitabilità dei neuroni, soprattutto di quelli che si trovano in prossimità dell’antenna ed alla prevenzione di alcune patologie cerebrali come l’Alzheimer. In pratica, “elettrizzano” il cervello e modificano l’attività cognitiva, facendo in modo che alcuni processi addirittura migliorino. In conclusione quando si parla di scienza e medicina, è difficile dare risposte definitive. Ma se quella uscita in queste ore sulla rivista Cancer Epidemiology non è ancora un’assoluzione definitiva per i cellulari, certo le va molto vicino.

Andrea Tosi

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