Più di 50 persone accusate di stregoneria sono morte in una zona dell’Angola tra gennaio e febbraio di quest’anno, dopo essere state costrette a bere un intruglio di erbe con il quale si intendeva stabilire se praticassero o meno riti occulti.
Il numero dei decessi legati all’ingestione della bevanda, chiamata “mbulungo“, è stato confermato dal comandante della polizia di Camacupa, il comune interessato (nella provincia centrale di Bié).
Le autorità sono intervenute sul campo per scoraggiare le pratiche mortali di identificazione delle streghe, ma molte persone accusate da altri membri della comunità le accettano e bevono il liquido velenoso per dimostrare la loro innocenza. Secondo le loro credenze, se la persona muore dopo aver ingerito il mbulungo, allora è dimostrato che era coinvolta nella stregoneria.
L’interesse per questi riti è cresciuto da quando un residente di Camacupa, accusato di stregoneria, è morto per questo motivo la scorsa settimana e l’episodio è stato denunciato dalla famiglia della vittima. Il portavoce provinciale della Polizia nazionale ha spiegato che ogni volta che qualcuno muore nelle comunità, indipendentemente dalla causa, c’è qualcuno da incolpare, una pratica che continua, “a volte anche nelle più organizzate”.
Oltre ad arrestare le persone coinvolte negli ultimi casi, considerati omicidi, la Polizia ha svolto azioni di sensibilizzazione e ha invitato le comunità a non ricorrere a queste pratiche, che “purtroppo sono comuni e si verificano da molto tempo”. [Fonte www.novojornal.co.ao]
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