Sensazionale, esistono due nuovi pianeti nascosti nel Sistema Solare oltre l’orbita di Nettuno

SPAZIO NEWS – Scienziati a bocca aperta per la nuova e incredibile scoperta nello spazio. Annunciano una notizia schock al mondo nella quale affermano di aver individuato due grandi pianeti, della dimensione della Terra, oltre l’orbita di Plutone. Plutone, uno dei principali pianeti nani che compongono il Sistema Solare, e che si pensa sia in realta’ un antico satellite di Nettuno, il gigante gassoso con un diametro quattro volte quello della Terra e con una massa quindici volte superiore situato ai confini del Sistema Solare. I due corpi celesti sono identificati come ETNOs, ossia Extreme Trans-Neptunian Objects.

Un oggetto transnettuniano è un corpo celeste appartenente al sistema solare la cui orbita si trova interamente o per la maggior parte oltre a quella di Nettuno. I termini fascia di Kuiper o nube di Oort sono comunemente utilizzati per designare alcune regioni dello spazio situato oltre l’orbita di Nettuno.

Ci sono stati molti pianeti nani presenti in ampie zone dei nostri sistemi solari, ma non sono nulla a confronto di quelli che gli scienziati credono di aver incontrato.

“Questo eccesso di oggetti con parametri orbitali inaspettati ci fa credere che alcune forze invisibili stanno alterando la distribuzione degli elementi orbitali ETNOs, e riteniamo che la spiegazione piu’ probabile e’ che esistono altri pianeti sconosciuti oltre Nettuno e Plutone“, sono le parole del responsabile dello studio, Carlos de la Fuente Marcos, elaborato dal super computer alla Complutense University di Madrid (UCM) e all’Università di Cambridge nel Regno Unito.

Esultanza per coloro i quali sostengono la teoria dell’esistenza del Pianeta X o Nibiru. Ma allora quanti sono i pianeti del nostro sistema? Gli astronomi non lo sanno ancora di preciso: “Il numero esatto non e’ sicuro visto che i dati che abbiamo sono limitati, ma i nostri calcoli suggeriscono che ci sono almeno due pianeti, e probabilmente si incontrano piu’ all’interno dei confini del nostro sistema solare”, ha concluso lo studioso.