Un nuovo gruppo sanguigno umano, battezzato “Gwada negativo”, è stato identificato in una donna francese originaria della Guadalupa. A renderlo noto è stato l’Istituto Francese del Sangue (EFS), che ha annunciato l’ufficializzazione della scoperta nel mese di giugno 2025. Si tratta di un evento scientifico di rara portata, che sancisce il riconoscimento del 48° sistema di gruppi sanguigni nell’essere umano.
La paziente, oggi sessantenne, risiedeva a Parigi all’epoca della scoperta iniziale, avvenuta nel 2011 durante i normali esami pre-operatori. Fu proprio in quella circostanza che gli specialisti rilevarono un anticorpo sconosciuto, estremamente specifico e mai documentato fino ad allora. Tuttavia, le tecnologie disponibili all’epoca non consentivano di approfondire la natura del fenomeno.
Solo nel 2019, grazie ai progressi nel sequenziamento del DNA ad alta velocità, gli scienziati hanno potuto identificare una mutazione genetica alla base di questo gruppo sanguigno inedito. Il risultato ha permesso di risolvere un mistero che per anni aveva sfidato la comunità medica.
La scoperta del nuovo gruppo “Gwada negativo” è stata ufficializzata a giugno 2025 durante un convegno della Società Internazionale di Trasfusione di Sangue (ISBT), tenutosi a Milano. L’EFS ha diffuso la notizia anche tramite i suoi canali social, attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale e aprendo nuove prospettive nel campo delle trasfusioni di sangue.
Secondo il dottor Thierry Peyrard, biologo medico e responsabile dell’EFS per la qualità e la sicurezza degli emoderivati, “al momento non esiste nessun altro individuo compatibile con questa paziente, neppure tra i familiari più stretti”. I genitori della donna presentavano entrambi la mutazione genetica, ma solo la combinazione di due alleli identici ha dato origine a questo gruppo sanguigno estremamente raro.
I fratelli della paziente, infatti, sono risultati portatori di un solo allele e non condividono il suo stesso gruppo. Questo rende “Gwada negativo” un caso di unicità genetica, mai osservato prima nel panorama medico.
L’identificazione di questa mutazione ha portato alla definizione di una nuova famiglia genetica, denominata PIGZ, entrata ufficialmente nella classificazione dei sistemi di gruppi sanguigni riconosciuti. Il sistema ABO, noto fin dal 1900, resta il più diffuso e utilizzato a livello globale, ma la scoperta del sistema PIGZ dimostra come la genetica umana riservi ancora molte sorprese.
Attualmente, l’équipe del dottor Peyrard sta lavorando a un protocollo di ricerca specifico, volto a individuare altri potenziali portatori del gruppo “Gwada negativo”. Il focus è rivolto in particolare alla Guadalupa, terra d’origine della paziente, dove si sta cercando tra i donatori di sangue una possibile corrispondenza genetica.
Questa fase della ricerca è fondamentale per garantire un’eventuale donazione di sangue sicura alla paziente in caso di necessità futura, data la sua incompatibilità con tutti gli altri gruppi noti.
Il nome “Gwada negativo” è stato scelto per onorare le radici guadalupesi della paziente e perché “funziona bene in tutte le lingue”, ha spiegato il dottor Peyrard. Una denominazione semplice ma significativa, capace di comunicare al mondo intero l’unicità di questa scoperta.
La scoperta del gruppo “Gwada negativo” segna un passo fondamentale per l’ematologia moderna e sottolinea l’importanza di investire nella ricerca genetica, soprattutto in ambito trasfusionale. Ogni nuovo sistema individuato amplia le possibilità di trattamento e prevenzione in casi complessi, migliorando la sicurezza delle trasfusioni di sangue e potenzialmente salvando vite umane.
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