Il presidente americano Donald Trump è arrivato pochi minuti fa alla sua Trump Tower di New York. Ad aspettarlo in strada una marea di persone che lo hanno accolto con vari slogan di protesta. Tra questi anche “vergogna” e “No Trump, No KKK (Ku Kux Klan), No fascismo”. Molti anche i cartelli per protestare nel “silenzio dei bianchi”. Tra i manifestanti moltissime famiglie con bambini.
A nulla è servita la condanna di Trump all’attacco di Charlottesville, da parte di gruppi di estrema destra, giudicato tardivamente dall’attuale presidente degli americani come “orribile”. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’indagine affermando che “sarà fatta giustizia”.
Al termine di un vertice alla Casa Bianca, ieri pomeriggio, con il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, il presidente Usa ha parlato alla stampa e ha definito “criminali e banditi” i neo-nazisti, i suprematisti bianchi e il Ku Ku Klan, aggiungendo che “il razzismo è il male“. Troppo tardi?
A vedere le immagini che arrivano da NY e le statistiche sulla popolarità di Trump, che da settimane è in caduta libera, sembrerebbe proprio di sí. E attenzione, perchè la storia dei presidenti americani, ci insegna che quando è in calo la popolarità, per recuperare i punti perduti si inventano sempre qualche guerra da fare.
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