Il primo caso di morte di un tricheco a causa dell’influenza aviaria ha scosso gli studiosi su una delle remote isole artiche norvegesi. Il tricheco è stato individuato l’anno scorso sull’isola di Hopen, come un ricercatore del Norwegian Polar Institute. I test eseguiti dai laboratori tedeschi hanno rivelato la presenza del virus influenzale aviario, sebbene il campione fosse troppo esiguo per determinare con precisione se fosse il ceppo H5N1 o H5N8.
Questa scoperta rappresenta il primo caso di influenza aviaria documentata nei trichechi, un evento che ha destato grande preoccupazione tra gli esperti. I ricercatori sottolineano che sei trichechi morti sono stati trovati l’anno precedente sull’isola di Svalbard, situata a circa 1.000 chilometri dal Polo Nord, evidenziando l’ampia portata potenziale di questa minaccia per i mammiferi marini.
L’influenza aviaria H5N1 continua a destare preoccupazione per la sua capacità di infettare anche i mammiferi. Recentemente, un’allerta è scattata dopo la scoperta del virus influenzale aviario tra le mucche da latte in Texas e Kansas, evidenziando la crescente diffusione del patogeno al di là degli uccelli.
Tuttavia, la situazione ha preso una svolta ancora più inquietante con la conferma del virus in un giovane delfino nel 2022. Questo delfino, appartenente alla specie Tursiops truncatus, è stato individuato nel sud della Florida e la sua morte ha rivelato la presenza di un virus altamente patogeno dell’influenza aviaria, segnando il primo caso documentato di tale infezione in un cetaceo nell’America del Nord.
Gli esperti dell’Università della Florida hanno condotto un’analisi dettagliata del caso, identificando il sottotipo del virus e analizzando le sue implicazioni. I risultati hanno rivelato mutazioni associate all’adattamento del patogeno ai mammiferi, indicando una preoccupante capacità di trasmissione interspecifica.
Inoltre, è emerso che il virus isolato nel delfino mostrava una ridotta sensibilità all’oseltamivir, un farmaco antivirale ampiamente utilizzato per trattare l’influenza umana. Questa resistenza farmacologica solleva gravi preoccupazioni sulla capacità di gestione e trattamento delle future infezioni da influenza aviaria nei mammiferi, richiedendo un’attenzione particolare e un costante monitoraggio da parte delle autorità sanitarie e degli esperti del settore.
La scoperta dell’influenza aviaria nei trichechi e nei delfini pone una serie di interrogativi e sfide per la comunità scientifica e le autorità sanitarie. È cruciale comprendere l’origine e la diffusione del virus al fine di sviluppare strategie preventive efficaci e gestire eventuali focolai futuri.
Inoltre, la necessità di aumentare la sorveglianza e la ricerca su questa minaccia emergente è urgente, considerando il potenziale impatto devastante che potrebbe avere sull’ecosistema marino e sulla salute pubblica.
La collaborazione internazionale e la condivisione di dati e risorse sono essenziali per affrontare con successo questa sfida globale e proteggere la biodiversità e la salute umana da futuri rischi derivanti dall’influenza aviaria.
Foto Credit: Valentina Conti di PostBreve.com con Bing IA.
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