L’azienda produttrice di farmaci a base di oppiacei è finita sul banco degli imputati in Oklahoma, negli Stati Uniti. Johnson & Johnson (J&J), forse il più grande produttore al mondo di prodotti sanitari già al centro di critiche per alcuni prodotti a rischio di cancro come il borotalco, questa volta è accusata di aver contribuito ad innescare una vera e propria crisi di dipendenze da oppiacei ed eroina, che negli Stati Uniti ha causato 70 mila morti nel 2017.
Quello che si è aperto martedì è il primo processo in cui uno Stato accusa apertamente una società farmaceutica di aver agito come un “boss della droga” e, pur di favorire la commercializzazione dei propri prodotti, di aver promosso “un lavaggio del cervello disonesto” e una “campagna multi-miliardaria” sugli oppiacei.
Per queste ragioni, lo Stato americano chiede 17,5 miliardi di dollari di multa e risarcimenti all’azienda, che dal canto suo si è dichiarata non colpevole e ha ribadito di aver agito solo per il bene dei pazienti.
Il processo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, comporta notevoli rischi per il gruppo industriale, e si va ad aggiungere ai guai giudiziari legati alla commercializzazione di talco, sospettato di essere cancerogeno che potrebbe aprire la porta a migliaia di casi simili.
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