Alzi la mano chi non ha usato il borotalco Johnson & Johnson almeno una volta nella sua volta. È notizia di questi giorni che con una storica sentenza, un...
Alzi la mano chi non ha usato il borotalco Johnson & Johnson almeno una volta nella sua volta. È notizia di questi giorni che con una storica sentenza, un tribunale dello stato del Missouri, negli Stati Uniti, ha ordinato alla multinazionale americana Johnson & Johnson (J&J) di pagare 72 milioni di dollari alla famiglia di una donna morta di cancro secondo cui il decesso è stato provocato dall’uso prolungato del borotalco.
Il giudice ha imposto alla ditta il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 milioni come azione punitiva per non aver “avvertito i clienti” ed aver agito “in malafede” sulle possibili complicazioni relative all’uso prolungato di talco.
Il prodotto in questione è il Baby Powder. Gli avvocati del figlio della donna hanno sostenuto che il gruppo sapeva dei rischi di cancro del prodotto e ha omesso di informare i consumatori. Si tratta del primo verdetto del genere, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che potrebbe aprire la porta agli oltre mille casi simili già avviati nei tribunali statunitensi e secondo alcuni esperti molti altri potrebbero seguire.
Da anni al centro di polemiche da parte dei consumatori per l’utilizzo ad esempio di diossano e formaldeide, considerati come elementi probabilmente cancerogeni per l’uomo, la Johnson&Johnson si è impegnata ad eliminare dai suoi prodotti ogni tipo di sostanza considerata pericolosa. Rimane però sul banco degli imputati l’uso costante del talco, minerale naturale composto di magnesio, silicio, ossigeno e idrogeno.
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