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Charlie Hebdo Parigi, tre giorni di terrore

Possiamo mettere la parola fine ai tre giorni di terrore vissuti dagli abitanti di Parigi? Speriamo di sì, visto che Aqap (Al Qaida nella penisola araba) ha postato un nuovo video con un chiaro messaggio alla Francia: “La Francia smetta di attaccare l’Islam e i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni terroristiche”.

Dopo il gravissimo attentato di giovedi’ 7 gennaio 2015 alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo con le immagini schock che hanno fatto il giro del mondo, preoccupando tutti i leader dei paesi vicini, fino agli  Stati Uniti, Parigi, in pieno lutto nazionale e con #JeSuisCharlie che si trasformava nell’hashtag piu’ popolare della storia di Twitter, doveva tuttavia misurarsi con la ricerca degli assalitori.

Ore piene di tensioni dopo le dodici vittime per assicurare i responsabili alla giustizia. I fratelli Kouachi sono caduti sotto il fuoco delle forze speciali a Dammartinen-Goele, nel nord di Parigi, dopo che si erano barricati dentro una tipografia, nella quale un uomo era riuscito a nascondersi potendo avvisare la polizia con il suo cellulare.

Parallelamente a questo fatto, nel sud di Parigi, nel negozio ebraico a Porte de Vincennes, il killer Amedy Coulibaly, un uomo di 32 anni che aveva assassinato la vigilessa di Montrougeun, teneva con la sua compagna sei persone in ostaggio tra cui un neonato all’interno di un negozio di alimentari kosher, l’Hypercasher, frequentato da ebrei, chiedendo la liberazione dei fratelli Kouachi. Anche qui, un blitz delle forze speciali hanno abbattuto il killer mentre la complice, Hayat Boumeddiene una donna di 26 anni, e’ riuscita a scappare ed attualmente e’ ricercata dalla polizia. Tragico il bilancio anche in questo caso: quattro ostaggi uccisi dagli attentatori e il ferimento di cinque agenti.

Durante il lutto nazionale, le autorita’ avevano fatto spegnere le luci della Torre Eiffel per alcuni minuti in segno di lutto per Charlie Hebdo.

A fine giornata le parole del presidente Hollande fanno eco in tutta la Francia e in tutto il mondo. “La Francia non ha ancora terminato il suo compito perché ci sono altre minacce, quindi faccio appello alle forze dell’ordine, di cui sono fiero perché hanno salvato delle vite. Bisogna rafforzare le misure per la protezione dei francesi. Ne usciremo più forti. Non siamo contro l’Islam. Determinati, dobbiamo restare uniti, siamo un popolo libero senza paura. Con la marcia di domenica, ci sarà grande solidarietà dai leader internazionali”.

Occorre precisare che da questi terrebili fatti, ha preso le distanze Attaf Abdelaki, imam della moschea di Genneviliers frequentata dai fratelli Kouachi, morti oggi nel blitz della polizia dopo la strage del Charlie Hebdo. L’attacco al Charlie Hebdo “non è stato fatto in nome dei musulmani, in nome dell’Islam. Il profeta che si evoca, se fosse oggi con noi, non riconoscerebbe mai queste azioni. Condanniamo senza ambiguità gli attentati di mercoledì e denunciamo tutte le forme di violenza, sia in Francia che all’estero”.

Federica Santoni

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