Incrementi abnormi portano pieno di verde a costare oltre 14 euro in più rispetto ad un anno fa. E’ allarme prezzi e inflazione.
Nuova fiammata dei carburanti alla pompa, con la benzina che raggiunge 1,670 euro al litro e una crescita del +20,3% rispetto al 2020, e il gasolio che vola a 1,516 euro al litro, +19,6% in un anno. Lo afferma Assoutenti, commentando le nuove rilevazioni del Mise sui listini dei carburanti.
“Gli effetti del caro-benzina per la collettività si fanno di giorno in giorno più pesanti, e solo per i rifornimenti di carburante le famiglie italiane devono mettere in conto una maxi-stangata complessiva pari a 8,2 miliardi di euro – afferma il presidente Furio Truzzi – Un pieno di verde costa oggi oltre 14 euro in più rispetto allo scorso anno, +12,5 euro un pieno di gasolio. Numeri che si stanno riflettendo sui prezzi al dettaglio, con l’inflazione che ad agosto ha subito la crescita più alta dal 2013”.
Allarme prezzi e tariffe
“Siamo in presenza di un vero e proprio allarme prezzi e tariffe, perché la corsa inarrestabile dei listini dei carburanti determinerà rincari a cascata per i prezzi al dettaglio e un aumento dei costi per industrie e imprese – prosegue Truzzi – Senza contare le conseguenze sulle tariffe luce e gas che rischiano di registrare aumenti record ad ottobre”.
Il Governo Draghi deve intervenire
“Di fronte a tale scenario il Governo Draghi deve intervenire, riducendo la tassazione abnorme che vige sui prezzi dei carburanti e tagliando accise inutile e anacronistiche che servono solo ad aumentare le casse erariali, studiando meccanismi automatici per limitare gli effetti del caro-benzina sulla collettività già impoverita da un anno e mezzo di Covid” – conclude il presidente di Assoutenti.
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