Il legame tra attenzione e tecnologia: come i dispositivi digitali influenzano il cervello
L’effetto delle distrazioni digitali sull’attenzione
In un’era dominata dalla tecnologia digitale e dai dispositivi sempre connessi, non sorprende che si parli spesso di una riduzione della capacità di concentrazione. Molti di noi hanno notato come, negli ultimi anni, l’attenzione sembri diminuire, con un impatto negativo sulla produttività e sul benessere. Ma sebbene la battuta sul nostro “ridotto tempo di attenzione” sembri un cliché, ci sono solide basi scientifiche a supporto di questa osservazione.
Il neurologo e autore Richard E. Cytowic, nel suo libro Your Stone Age Brain in the Screen Age (MIT Press, 2024), esplora in dettaglio come la nostra mente, evolutasi nei tempi preistorici, fatichi a tenere il passo con i ritmi frenetici imposti dalle moderne tecnologie. Cytowic argomenta che, sebbene il cervello umano abbia una straordinaria capacità di adattamento, non è stato progettato per gestire il flusso costante di informazioni e stimoli provenienti dai dispositivi digitali, dai social media e dai messaggi istantanei.
Il cervello e i limiti energetici
Il cervello umano, secondo Cytowic, ha limiti energetici fissi che determinano quanto lavoro possa affrontare contemporaneamente. Quando questi limiti vengono superati, l’individuo si trova sopraffatto dallo stress, che porta a distrazione, riduzione della concentrazione e, di conseguenza, agli errori. La teoria di Hans Selye, endocrinologo ungherese, sull’effetto dello stress evidenzia che questo non è determinato tanto da ciò che accade, ma da come si reagisce agli eventi esterni.
In altre parole, la resilienza — la capacità di affrontare lo stress — è fondamentale per mantenere l’equilibrio psicologico e affrontare la mole di stimoli digitali a cui siamo quotidianamente esposti.
Le tecnologie moderne, infatti, mettono costantemente alla prova questa resilienza, con un bombardamento continuo di informazioni e notifiche che alterano la nostra capacità di mantenere l’attenzione su un singolo compito. Cytowic sottolinea che il nostro cervello, abituato a un ritmo più lento e più semplice, fatica a gestire il “flusso” di informazioni che i dispositivi moderni ci propongono. La nostra percezione visiva, che oggi prevale su quella uditiva, è quella più sollecitata, e questo fenomeno di “sovraccarico visivo” sembra avere un impatto maggiore rispetto al sovraccarico uditivo.
La tecnologia e l’attenzione: una sfida senza fine
Un aspetto interessante emerso dalle ricerche è come l’evoluzione della tecnologia digitale abbia reso sempre più difficile il mantenimento dell’attenzione prolungata. Non solo i dispositivi digitali, come smartphone e computer, ci richiedono costantemente di spostare la nostra attenzione, ma i loro effetti sul nostro cervello sono sempre più evidenti. Cytowic fa notare che mentre i telefoni fissi e altri dispositivi analogici non richiedevano un impegno costante, i moderni smartphone ci spingono a rispondere a ogni messaggio, notifica o chiamata in arrivo.
Questo continuo spostamento dell’attenzione porta a un alto “costo energetico” per il cervello, che diventa sempre più difficile mantenere concentrato su un compito specifico. Nonostante alcuni studi suggeriscano che i periodi di concentrazione siano sempre più brevi, la vera causa di questa “distrazione” non risiede solo nella tecnologia stessa, ma nell’impatto psicologico ed energetico che essa ha sulle nostre capacità cognitive.
In conclusione, la velocità e l’intensità del cambiamento tecnologico ci pongono davanti a una sfida senza precedenti. Sebbene il cervello umano possieda una straordinaria adattabilità, sembra che le risorse cognitive siano messe a dura prova dalla continua esposizione a stimoli digitali. La consapevolezza di questo fenomeno è fondamentale per sviluppare strategie di gestione dell’attenzione e dello stress, e per cercare di mantenere un equilibrio sano tra la vita digitale e quella reale.
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