Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism e guidato dal Buck Institute for Research on Aging in California suggerisce un legame sorprendente tra l’accumulo di zuccheri nel cervello e la progressione dell’Alzheimer e di altre forme di demenza. I risultati, ottenuti attraverso esperimenti su moscerini della frutta (Drosophila melanogaster) e su neuroni umani coltivati in laboratorio, indicano un possibile punto di svolta nella comprensione di queste patologie.
Per decenni si è ritenuto che il glicogeno, forma di riserva del glucosio presente in muscoli e fegato, avesse un ruolo marginale nel cervello. Tuttavia, secondo il coordinatore della ricerca Pankaj Kapahi, questa visione è ormai superata:
“Il glicogeno non si limita a essere inerte nel cervello, ma partecipa attivamente nei meccanismi patologici delle malattie neurodegenerative”, afferma lo scienziato.
I ricercatori hanno osservato che nei cervelli colpiti da demenza si accumulano elevate quantità di glicogeno. Questo eccesso favorirebbe la formazione di aggregati proteici tossici, in particolare della proteina tau, una delle principali responsabili dell’Alzheimer.
La proteina tau si lega al glicogeno, intrappolandolo e impedendo alle cellule nervose di utilizzarlo come fonte energetica. Questo processo non solo riduce la disponibilità di energia per i neuroni, ma contribuisce anche al peggioramento della malattia.
Lo studio ha inoltre dimostrato che, agendo sull’enzima incaricato della degradazione del glicogeno, è possibile liberare le riserve di zucchero bloccate e ridurre l’impatto tossico delle proteine accumulate. I test effettuati su modelli animali e su neuroni derivati da cellule staminali umane hanno dato risultati promettenti, aprendo la possibilità a nuove terapie mirate.
Questa scoperta suggerisce che modulare il metabolismo degli zuccheri nel cervello potrebbe rappresentare una strategia efficace nella prevenzione e nel trattamento dell’Alzheimer e di altre forme di demenza senile.
Le implicazioni sono ampie: agire sull’equilibrio del glicogeno cerebrale potrebbe rivelarsi una chiave per rallentare o persino arrestare la degenerazione neuronale.
Lo zucchero, da sempre considerato un semplice nutriente, potrebbe dunque assumere un ruolo da protagonista nella battaglia contro le malattie neurodegenerative. La ricerca (https://www.nature.com/articles/s42255-025-01314-w) apre nuove strade alla medicina rigenerativa e conferma l’importanza di continuare a esplorare il metabolismo cerebrale come terreno di innovazione terapeutica.
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