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Zona anomala su Marte, ritorna la teoria delle esplosioni nucleari di John Brandenburg

Scienziati hanno scoperto una zona definita anomala nel cratere Gale di Marte. Un alto livello di neutroni e l’inusuale composizione del suolo sono molto differenti dal resto della superficie del pianeta rosso. E’ stato Curiosity a incontrare l’anomalia sul pianeta, un fatto che la scienza ufficiale non riesce a dare una spiegazione logica.

Un soffisticato strumento installato sul Curiosity, ha mostrato che nel cratere Gale, ai piedi della montagna Sharp, e’ presente una zona di tre metri di diametro che presenta una emissione estremamente alta di neutroni. Di solito questo fenomeno e’ provocato da un alto livello di idrogeno e quindi di acqua nello strato superficiale. Tuttavia, gli scienziati che credevano che il cratere Gale era ricoperto d’acqua, non riescono a spiegarsi il perche’ di questi livelli di neutroni in un’area di soli tre metri.

Grazie ad un altro apparecchio, il ChemCam, e’ stato possibile scoprire anche che nello stesso luogo e’ presente una composizione chimica insolita nel suolo, con un alto livello di cuarzo, anche se poco distante questi valori tornano normali.

Mentre rimaniamo in attesa di conoscere nuovi sviluppi dalla NASA (la quale ha pubblicato nei giorni scorsi il Google Earth di Marte, la mappa interattiva chiamata MarsTrek), in rete viene ripresentata la teoria secondo la quale Marte sarebbe stato sottoposto a esplosioni nucleari.

Secondo John Brandenburg, fisico del plasma presso l’Orbital Technologies di Madison, “la civiltà su Marte è stata spazzata via da esplosioni nucleari prodotte da una civiltà aliena ostile“.

Le “macchie” di minerale radioattivo sulla superficie di marte e la concentrazione anomala di xenon-129 e trinitita, sono sufficienti per Brandenburg, per giustificare la teoria che vi siano stati sul pianeta varie esplosioni nucleari.

C’è da dire che vari studiosi hanno espresso dubbi sul fatto che gli isotopi su Marte siano stati prodotti da un reattore nucleare naturale. Cio’ nonostante, alcuni evidenziano l’errore di Brandenburg nel parlare del potassio radioattivo. Il potassio radioattivo-40 non si puo’ misurare dall’orbita e gli scienziati solo dispongono di informazioni sull’isotopo normale (potassio-39) su Marte. Scartate anche le ipotesi prodotte dal meteorite ALH 84001, generato a seguito di un catastrofico impatto meteorico durante il periodo Archeano, 3,6 miliardi di anni fa.

In conclusione, il caso del xenon-129 su Marte continua ad essere poco chiaro. A differenza di altri isotopi, questo e’ estremamente stabile e quasi non si descompone con il tempo. Alla domanda perche’ e’ presente sul pianeta rosso in quantita’ maggiori che in altri punti del sistema solare, tuttavia, non si e’ trovato ancora una risposta soddisfacente.

Andrea Tosi

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