Terremoto di Magnitudo 7.4 nel Mar dei Caraibi: Allerta Tsunami e Rientro della Minaccia
La notte scorsa, alle 00:23 ora italiana (23:23 UTC, 18:23 alle isole Cayman), un potente terremoto ha scosso il Mar dei Caraibi, con una magnitudo iniziale di 7.4. L’evento sismico, localizzato a circa 200 km a sudovest di Georgetown, nelle isole Cayman, e circa 400 km a ovest della Giamaica, ha destato immediata preoccupazione nelle aree circostanti, scatenando l’allerta tsunami per diversi Paesi. Le autorità locali e internazionali hanno reagito prontamente monitorando l’evolversi della situazione.
L’intensità del terremoto è stata inizialmente valutata in 7.6 dall’USGS (United States Geological Survey) e 7.5 dal GFZ tedesco, mentre il Pacific Tsunami Warning Center ha lanciato la prima allerta tsunami alle 23:29 UTC, solo sei minuti dopo l’evento sismico, stimando una magnitudo di 8.0. Quest’ipotesi di magnitudo più elevata ha suscitato preoccupazione, ma le stime successive hanno rivisto il dato a 7.6, portando a una riduzione dell’allerta pur mantenendola attiva per i Paesi più vicini al punto di impatto del terremoto.
Il terremoto ha interessato una zona geologica ben nota, situata lungo una faglia trascorrente, dove il movimento dei blocchi della crosta terrestre avviene lateralmente, senza provocare movimenti verticali significativi. Questo aspetto ha ridotto la possibilità che l’evento sismico generasse uno tsunami devastante, limitando il rischio per le aree circostanti.
Subito dopo il terremoto, i Paesi vulnerabili, come Cuba, Honduras, Nicaragua, Messico, Bahamas, e altri membri della regione caraibica, sono stati inclusi nell’allerta tsunami, poiché la magnitudo dell’evento sollevava preoccupazioni per potenziali onde anomale. Tuttavia, dopo un’attenta analisi, l’allerta è stata progressivamente ridimensionata. Dopo circa due ore e mezza, l’evento è stato dichiarato privo di ripercussioni significative, con alcune oscillazioni di pochi centimetri registrate in alcuni mareografi del Mar dei Caraibi, ma nessun tsunami importante.
L’allerta, inizialmente percepita come una minaccia, ha visto la sua sospensione grazie all’analisi in tempo reale effettuata dal Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV, che ha monitorato l’evento, nonostante la sua area di competenza sia limitata al Mediterraneo. Il monitoraggio a livello globale viene effettuato a scopo di addestramento e per verificare l’efficacia delle procedure di allerta.
L’epicentro del terremoto ha avuto luogo lungo una faglia trascorrente, un tipo di faglia in cui il movimento relativo tra i blocchi della crosta terrestre è laterale piuttosto che verticale. Questo è un fattore cruciale nella dinamica dei terremoti e nella generazione di tsunami. Poiché il movimento verticale del fondale marino è il principale responsabile della formazione di onde tsunami, i terremoti trascorrenti tendono a presentare rischi molto inferiori rispetto ad altri tipi di eventi sismici più propensi a generare onde anomale.
In conclusione, l’evento di questa notte ha confermato ancora una volta l’importanza di un monitoraggio sismico globale accurato e tempestivo, che, pur in assenza di danni significativi, ha garantito la sicurezza dei Paesi coinvolti, evitando una tragedia di portata maggiore. Il ritorno alla normalità è stato rapido, grazie alla competenza delle autorità locali e internazionali nell’affrontare situazioni di crisi.
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