AGGIORNAMENTO DA VENEZIA 16:05 DEL 3 DICEMBRE 2024 – Filippo Turetta, responsabile dell’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Venezia. L’accusa aveva richiesto questa pena per l’assassinio di Giulia, avvenuto l’11 novembre 2023, quando fu colpita con 75 coltellate. Turetta è stato giudicato colpevole di omicidio volontario aggravato da diversi fattori, tra cui premeditazione, crudeltà, stalking e occultamento del cadavere. La difesa ha cercato di ottenere una riduzione della pena, chiedendo di escludere alcune delle aggravanti e di considerare le attenuanti generiche. In aula erano presenti sia l’imputato che il padre della vittima.
VENEZIA – Oggi, martedì 3 dicembre 2024, si conclude il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa brutalmente a soli 22 anni. Il principale accusato, Filippo Turetta, reo confesso, è chiamato a rispondere dell’omicidio volontario, aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere.
La Corte d’Assise di Venezia, presieduta dal giudice Stefano Manduzio, ha dichiarato chiusa la fase dibattimentale e ha avviato la deliberazione in camera di consiglio, con la lettura della sentenza prevista per il pomeriggio, dopo le 15:00.
A oltre un anno dal tragico omicidio, l’attesa è grande per conoscere la decisione dei giudici. La Procura di Venezia ha chiesto per Turetta una condanna all’ergastolo, considerando la brutalità del delitto e la premeditazione che ha caratterizzato l’omicidio di Giulia Cecchettin. Tuttavia, resta da vedere se la Corte deciderà di riconoscere per l’imputato delle attenuanti generiche, che potrebbero comportare una pena meno severa e persino evitare il carcere a vita.
Nel corso del processo, Filippo Turetta ha ammesso la sua colpevolezza, ma le dinamiche precise dell’omicidio e la motivazione dietro il suo gesto sono state oggetto di ampie discussioni in aula. La presenza in aula della famiglia della vittima, tra cui il padre Gino Cecchettin, la nonna Carla Gatto e lo zio Andrea Cecchettin, testimonia il dolore e la sofferenza di chi ha perso una persona cara in maniera così violenta e incomprensibile.
Con la chiusura del dibattimento e l’ingresso in camera di consiglio dei giudici, l’attesa è ora tutta per il verdetto che deciderà il futuro di Filippo Turetta, ma anche il destino di una giustizia che cerca di dare una risposta a una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità.
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