Il cranio dell’ “Homo erectus” scoperto rcentemente suggerisce che il nostro antenato sia esistito 200 mila anni prima di quanto si pensasse. Inoltre, non si sarebbe evoluto in Kenya, convinzione diffusa tra gli scienziati, ma altrove in Africa, potenzialmente in Sudafrica.
Un team internazionale di scienziati provenienti da Sud Africa, Australia, Italia e Stati Uniti, ha scoperto un cranio di “Homo erectus” risalente a quasi 2 milioni di anni fa nel sito paleontologico sudafricano Drimolen.
Questa importante scoperta, che confermerebbe la comparsa dell’Homo Erectus 200.000 anni prima di quanto si pensasse in precedenza, ribadisce che le origini della specie sono in Africa, non in Asia. Tuttavia, la scoperta, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science, suggerisce che “l’Homo erectus” probabilmente non si è evoluto in Kenya nell’Africa orientale, una convinzione prevalente tra gli scienziati, ma forse altrove in Africa, o potenzialmente in Sudafrica, osserva la ricercatrice dell’Istituto Paleontologico presso l’Università di Johannesburg, Stephanie Baker, una delle autrici dello studio, nel suo articolo su Science Alert.
La scienziata sostiene che la scoperta sudafricana significa che il sito fossile di Drimolen, dove è avvenuta la scoperta, “potrebbe rappresentare un grande cambiamento nella narrazione secondo cui tutte le prime specie di origine umana provengono dall’Africa orientale”.
Nel sito di Drimolen – situato all’interno di una serie di siti paleontologici noti come la Culla dell’umanità, a nord-ovest di Johannesburg – sono stati condotti scavi dalla sua scoperta nel 1992. È stato proprio lì che il team ha scoperto il teschio fossile nel 2015. classificato come DNH 134.
Il team ha utilizzato una combinazione di diversi metodi per la datazione del cranio, inclusi i metodi a base di uranio e la risonanza paramagnetica elettronica (“Electron Spin Resonance”, ESR). Ognuna di queste tecniche complementari ha contribuito a stabilire un’età molto stretta di 2,04-1,95 milioni di anni per l’intera cava principale di Drimolen e per i fossili trovati in essa, incluso DNH 134.
Stephanie Baker: “DNH 134 è estremamente significativo. La sua scoperta e datazione significa che la storia dell’ Homo Erectus e il suo viaggio fuori dall’Africa sono più complicati di quanto si pensasse in precedenza. Inoltre, sappiamo anche che il Sudafrica ha svolto un ruolo chiave in questa specie”.
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