Gli aracnofobi non devono preoccuparsi: una nuova scoperta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha rivelato che le misteriose “ragnatele” osservate su Marte non sono altro che eruzioni stagionali di anidride carbonica sul Pianeta Rosso.
Le recenti osservazioni, effettuate dall’orbita della sonda Mars Express dell’ESA e dall’ExoMars Trace Gas Orbiter, hanno rivelato la presenza di formazioni scure ed esili in una regione conosciuta come Inca City, situata nella regione polare meridionale di Marte. Queste formazioni, precedentemente paragonate a ragni per la loro somiglianza visiva, si sono rivelate essere in realtà canali di gas con diametri compresi tra 45 metri e 1 chilometro.
Queste strutture si formano durante il riscaldamento dell’emisfero meridionale di Marte durante la primavera marziana. L’aumento delle temperature provoca il disgelo degli strati di ghiaccio di anidride carbonica presenti sulla superficie del pianeta. Il gas rilasciato si espande, trasportando con sé polvere scura dalla superficie solida di Marte. Questa polvere fuoriesce quindi dal ghiaccio, creando intricate figure simili a ragnatele sulla superficie marziana. Alcuni geyser di gas possono persino perforare lo strato di ghiaccio fino a un metro di spessore.
Inca City, conosciuta anche come Angustus Labyrinthus, deve il suo nome alle creste lineari che una volta si credeva fossero dune di sabbia pietrificate o resti di antichi ghiacciai marziani. Tuttavia, scoperte più recenti hanno rivelato che questa struttura è parte di un vasto cratere largo circa 86 chilometri.
Si ipotizza che il cratere possa essere il risultato di un impatto cosmico, con le creste geometriche che potrebbero rappresentare intrusioni di magma risalite attraverso la crosta marziana. Il riempimento del cratere con sedimenti, successivamente erosi, ha rivelato parzialmente queste formazioni, che potrebbero essere interpretate come antiche rovine.
La recente scoperta dell’ESA sulle “ragnatele” marziane ha chiarito un enigma di lunga data riguardante la geologia del pianeta. Questi fenomeni, una volta misteriosi, si sono rivelati essere il risultato di processi geologici e atmosferici complessi. L’indagine continua su Marte promette ulteriori sorprese e scoperte che potrebbero cambiare la nostra comprensione del nostro vicino planetario nel sistema solare.
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