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Scandalo FIFA: arresti a Zurigo, Blatter si difende, spunta il nome della Nike

Quella di questa mattina e’ stata una azione a sorpresa che ha scatenato un vero e proprio terremoto nel mondo del calcio. Sette funzionari della FIFA, la Federazione Internazionale di calcio e di organizzazioni affiliate, sono stati arrestati nella mattina di oggi 27 maggio 2015 a Zurigo in Svizzera, su richiesta delle autorità statunitensi, tramite l’Ufficio federale di giustizia (Ufg). 14 gli imputati per associazione a delinquere, frodi telematiche e riciclaggio di denaro sporco. Reati consumati in un arco di tempo che copre gli ultimi 24 anni.

Questi personaggi sono sospettati di aver accettato quelle che vengono chiamate in gergo “bustarelle” per oltre 100 milioni di dollari. Per loro c’e’ la richiesta di estradizione negli USA dove verranno giudicati. Sono sospettate di aver accettato dagli anni Novanta ad oggi, tangenti e provvigioni nascoste. Avrebbero ottenuto denaro in cambio di trasmissione, di commercializzazione e di sponsorizzazione di tornei di calcio negli Stati Uniti e nell’America del Sud. Alcuni pagamenti sono inoltre avvenuti attraverso banche statunitensi.

Le parole di Kelly T Currie, procuratore del distretto di New York: “Dopo decenni di quella che sospettiamo essere una corruzione sfacciata, il calcio internazionale ha bisogno di un nuovo inizio. Sia chiaro: questo non e’ il capitolo finale della nostra indagine”.

Il procuratore generale Loretta Lynch aggiunge: “Si tratta di una corruzione dilagante, sistemica e che affonda le sue radici all’estero e qui negli Usa coinvolge almeno due generazioni di dirigenti che hanno abusato delle loro posizioni per intascare milioni di dollari in tangenti”.

I sette dirigenti arrestati stamane a Zurigo sono Jeffrey Webb, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Eugenio Figueredo, Rafael Esquivel e Jose’ Maria Marin. Sotto accusa anche funzionari legati al mondo del marketing statunitense e sudamericano per aver pagato oltre 150 milioni di dollari in tangenti per ottenere i diritti per media e commercializzazioni in tornei internazionali. Due arrestati hanno confessato.

In un primo momento, era stata diffusa la notizia che era indagato anche il numero uno della Fifa Sepp Blatter, ma per ora non è tra i responsabili del calcio mondiale che sono stati messi sotto accusa per corruzione dal Dipartimento di Stato americano.

Il ministro degli esteri russo, Lavrov, è duro dopo gli arresti di funzionari della Fifa su disposizione della giustizia americana. “Un altro caso di illegale uso extraterritoriale della legge Usa”, dice il portavoce del ministro, Lukashevich. I casi di corruzione individuati dall’Fbi riguarderebbero anche le assegnazioni dei Mondiali alla Russia nel 2018 e al Qatar nel 2022.

Alcune ore piu’ tardi, la dichiarazione ufficiale di Sepp Blatter: “Le azioni dell’ufficio svizzero del Procuratore generale sono state messe in moto quando abbiamo presentato il nostro dossier alle autorità svizzere alla fine dello scorso anno”. E’ questo il commento di Blatter dopo gli arresti per corruzione di sette alti funzionari dell’organizzazione, parole che zittiscono pure il commento arrivato dal ministro degli esteri russo. “Questo è un momento difficile per il calcio, per i tifosi e per la Fifa come organizzazione. Comprendiamo la delusione che molti hanno espresso e so che questi eventi avranno un impatto sul modo in cui molte persone ci vedono”.

Con il commento di ”Ladro” Diego Armando Maradona, da sempre acerrimo nemico del numero uno della federcalcio mondiale Blatter, ha commentato nel tardo pomeriggio sulla sua pagina facebook la notizia degli arresti alla Fifa.

Spunta anche il nome della Nike nello scandalo che sta travolgendo la FIFA. A diffondere la notizia e’ stato l’autorevole Wall Street Journal e altri media Usa. Nelle carte del Dipartimento di giustizia americano si parla di una multinazionale dell’abbigliamento sportivo con sede negli Usa e che ha ottenuto la licenza per sponsorizzare la nazionale brasiliana di calcio. Non si cita mai il nome del gruppo, ma e’ noto che la Nike, che ha assicurato la massima collaborazione con le indagini, raggiunse un accordo con la federazione brasiliana nel 1996 per 160 milioni di dollari.

Andrea Tosi

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