Scienza

Russia vuole viaggiare a Marte in 45 giorni riportando sulla Terra gli astronauti

L’esplorazione dello spazio può raggiungere una nuova pietra miliare nel prossimo futuro. Gli scienziati russi intendono sviluppare un potente razzo a reazione nucleare per propulsare le navi spaziali verso il pianeta rosso, Marte. Tra i principali vantaggi di questa soluzione, è che il carburante sarà sufficiente anche per il viaggio di ritorno sulla Terra.

Gli attuali piani della NASA di inviare astronauti su Marte entro il 2030, non comprendono le risorse di combustibile necessarie per un viaggio di ritorno, il che significa che se esisteranno i primi coloni umani, questi saranno obbligati a vivere sul pianeta rosso per un periodo indeterminato di tempo, almeno fino a quando la tecnologia permetterà loro di tornare a casa.

L’idea di una astronave spaziale a propulsione nucleare appartiene al Rosatom

Rosatom è l’organismo di regolamentazione del complesso nucleare russo, che recentemente ha ottenuto l’appalto per la costruzione di una centrale nucleare in Bolivia. Tuttavia, questa non è una idea del tutto nuova. Stati Uniti e Russia stanno infatti cercando di sviluppare questo concetto dal 1960, anche se le loro idee in quel momento si erano concentrate sui satelliti orbitali leggeri piuttosto sulla distanza da coprire tra la Terra e Marte.

Unico ostacolo alla realizzazione del razzo a reazione nucleare è il costo. “Un congegno nucleare non dovrebbe essere troppo lontano perchè non è troppo complicato da realizzare”, afferma Nikolai Sokov, senior fellow presso James Martin Centre for Nonproliferation Studies in California. Su Wired ha affermato: “La cosa veramente costosa, sarà la progettazione di una nave spaziale che utilizzi questa tecnologia”.

Per il momento possiamo solo immaginare la tecnologia impiegata in questo progetto audace, dal momento che i rappresentanti russi non hanno presentato alcun dettaglio su il sistema a propulsione nucleare potrebbe funzionare. L’ipotesi generale è che potrebbero usare qualche variazione di fissione termica, dove il calore fornito dagli atomi della scissione brucerà idrogeno o un altro prodotto chimico, fornendo l’energia necessario al sistema di propulsione della navicella spaziale. Il concetto tecnologico è simile alla propulsione chimica, dove uno chimica brucia un altro e offre potenza al veicolo, ma non sarà questo il sistema che verrà utilizzato in quanto occorre una grande quantità di combustibile per mantenere la combustione.

Viaggio su Marte andata/ritorno: Russi pioneri del pianeta rosso

Rosatom afferma che “un veicolo equipaggiato con un motore nucleare dovrebbe avere 30 volte la riserva di potenza delle astronavi convenzionali. I disegni che stiamo sviluppando consentiranno all’umanità di costruire navi spaziali in grado di affrontare tutte le sfide dello spazio del 21° secolo, come il trasporto merci, la rimozione dei detriti spaziali, evitare l’impatto con asteroidi, etc”.

Secondo la società russa, un prototipo da testare sarà disponibile al più presto nel 2018, ma resta da vedere se un progetto così audace potrà essere completato con successo con un budget di circa 700 milioni di dollari. Secondo gli analisti, la somma è davvero “stretta” per un progetto di 15 anni. Un confronto è stato fatto tra il progetto di Rosatom e quello della NASA, lo Space Launch System, che avrà un costo di circa 10 miliardi di dollari.

Non sappiamo se gli scienziati russi saranno pagati meno dei colleghi americani, oppure se riceveranno ulteriori fondi in segreto o in nero dal mondo del privato. Possiamo solamente speculare su questo. Una cosa che possiamo dire però è che se questi audaci piani spaziali sono stati rivelati significa che esiste una reale possibilità di successo. Ed è così che i russi potrebbero diventare i pionieri del pianeta Marte, contribuendo di conseguenza anche alla tecnologia spaziale sulla Terra in quanto potrebbe attivare una nuova tendenza di voli commerciali spaziali o chissà che altro. Fonte.

Andrea Tosi

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