La campagna elettorale del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, iniziata molti mesi fa, ha portato all’esasperazione gran parte dei cittadini. Ne è dimostrazione la dura protesta avvenuta a Palermo contro la visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi a poche ore dal voto, un voto che potrebbe provocare le sue dimissioni. La protesta ha visto l’intervento delle forze di polizia (video).
Domenica 4 dicembre 46 milioni di italiani vengono chiamati alle urne. Si vota dalle 7 alle 23 per esprimere un «SÌ» o un «NO» al disegno di legge di riforma costituzionale che porta il nome della ministra per le Riforme Maria Elena Boschi. L’esito del voto deciderà quindi se confermare o respingere la cosiddetta riforma Renzi-Boschi, contenuta nella legge costituzionale approvata dal Parlamento il 12 aprile 2016, recante “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”. Il ddl è stato presentato a Palazzo Madama l’8 aprile 2014 e approvato in via definitiva dal Parlamento il 12 aprile di quest’anno, dopo oltre due anni di confronto e dibattito.
Pierferdinando Casini: “Chi votera’ No porterà acqua al mulino di Grillo”. Marcello Pera: “Nel 1994 Berlusconi sconfisse la ‘gioiosa macchina da guerra’ di Occhetto, D’Alema, Bersani, oggi dovrebbe impegnarsi a battere anche la riedizione lugubre di Grillo, D’Alema, Salvini. Invece sembra confondersi mestamente con loro”.
Silvio Berlusconi: “Noi non diciamo no alla riforma per ostilità preconcetta a Renzi e al Pd. Se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche”. Massimo D’Alema: “Mi oppongo a questa riforma costituzionale perché la considero sbagliata. Non si crea un Senato federale ma una camera di serie B che sarà un pasticcio”.
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