Salute

Pannolini Pampers contengono PAH classificati come cancerogeni dall’UE

Attenzione ai vostri bambini. Ormai da tempo come presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’AGATA, si occupa di segnalare le più recenti ricerche sul tema della salute al fine di poter stimolare gli istituti preposti ai controlli per interventi a garanzia e protezione del benessere dei cittadini. Non da ultimo, vale la pena porre all’attenzione della cittadinanza e delle suddette Autorità nazionali ed europee, le recenti indagini sugli effetti derivati del petrolio IPA, noti anche come idrocarburi policiclici aromatici che si trovano a livelli bassi, nei pannolini per i neonati. Sostanza dichiarata cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).

In particolare, secondo uno studio dell’Associazione Santé Environnement France i pannolini Pampers, diffusi in tutto il mondo, contengono derivati del petrolio IPA, classificati come cancerogeni da parte dell’Unione europea. Paradossalmente, questi IPA, cioè la benzoanthracene e crisene chiamato “petrolato” sulla confezione, sarebbero utilizzati per rendere i pannolini meno irritanti per i glutei dei lattanti, mentre sono considerati potenzialmente tossici.

Le normative europee, tuttavia, tollerano la presenza, a condizione che non superi 0,2 mg / kg. Nello specifico, la quantità di queste sostanze cancerogene rilevate nei Pampers rimane al di sotto del limite legale. Il problema è che questi componenti sono considerati cancerogeni dall’Unione Europea.

Sul sito web dell’UE si legge:

“Le sostanze benzo (a) pirene, benzo (e) pirene, benzo (a) antracene, crisene, benzo (b) fluorantene, benzo (j) fluorantene, benzo (k) fluorantene e dibenzo (a, h) antracene, qui di seguito denominati ‘idrocarburi policiclici aromatici (IPA)’, sono classificate come cancerogene di categoria 1B, conformemente all’allegato VI del regolamento (CE) n.1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele”.

Va inoltre aggiunto la significativa esposizione giornaliero a questi agenti cancerogeni per i neonati fino 2-3 anni. Ma secondo la direttrice dell’Asef , Ludivine Ferrer, ci sono delle cose da chiarire. Anche se la quantità è legale, contesta il fatto che le parti intime dei bambini siano esposte a questi prodotti.

Andrea Tosi

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