I movimenti che abbiamo registrato in questi ultimi giorni stanno dando un ulteriore dimostrazione di quanto sia complesso muoversi a livello di trading.
Settimana intensa, quella appena trascorsa, sul mercato del forex. Le valute, infatti, si stanno dimostrando sempre più soggette alle dinamiche relative alle Banche centrali e alle decisioni prese in sede globale. I movimenti che abbiamo registrato in questi ultimi giorni stanno dando un ulteriore dimostrazione di quanto sia complesso muoversi a livello di trading in questa particolare fase di congiuntura economica.
A questo proposito vediamo di fare il punto della situazione di quello che è stato e di quello che si deve aspettare sul mercato del forex. Dopo gli ottimi dati sul Pil Usa il dollaro ha guadagnato un po su tutte le valute. In particolare il cambio euro dollaro è tornato a scendere sotto quota 1,13. Una buona notizia, per quel che riguarda i paesi dell’eurozona, visto e considerato che un euro debole è la prerogativa fondamentale per sperare che le misure messe in atto dalla BCE, quantitative easing su tutti, siano davvero efficaci e riescano a stimolare un accenno di crescita.
Si rafforza anche la sterlina inglese dopo che sono stati diffusi i dati sul PIL del 2° trimestre che ha fatto registrare un +0.7% in linea con le attese degli analisti. Ma il vero market mover, per quanto riguarda i forex broker italiani, è quello relativo allo yuan. Dopo il crollo della borsa di Shanghai la Cina è stata costretta a svalutare per ben 3 volte la propria moneta nel corso di pochi giorni lasciando un po di sorpresa tutti gli addetti ai lavori.
Secondo molti analisti nelle prossime settimane ci sarà spazio per altri interventi della banca centrale cinese che dovrebbe proseguire su questa linea e svalutare la propria moneta di un altro 8-10%, per dare modo alle esportazioni (vero motore dell’economia del gigante del sol levante) di tornare a crescere.
Per quel che riguarda il trading sul forex, quindi, c’è spazio per ampi movimenti sia di breve che di medio e lungo periodo, in base a quella che è la propria operatività e la propria propensione al rischio. Da seguire anche il rublo russo che con il prezzo delle materie prime così basso continua ad indebolirsi. Al momento, infatti, tutti gli interventi messi in atto dalla Russia sembrano non essere stati sufficienti per arginare questo fenomeno che va avanti da mesi.
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