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Decreto vieta le cure dimagranti con anfetamine

La battaglia dello “Sportello dei Diritti” e di alcuni dei familiari delle vittime dei farmaci anoressizzanti arriva ad un importante capitolo. Il Ministro della Salute Lorenzin vieta prescrizioni e preparati contenenti il principio attivo della efedrina, a scopo dimagrante, e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali contenenti il predetto principio attivo, a scopo dimagrante, con un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e già in vigore da ieri.

Il nuovo decreto, segue a quelli già emanati che hanno vietato la prescrizione e l’uso di altre sostanze per la preparazione magistrale di dimagranti come la fenilpropanolamina/norefedrina, pseudoefedrina, triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topiramato.

Occorre considerare che alcune delle molecole, spesso rinvenibili nei preparati magistrali anoressigeni, sono state ritirate dal commercio perché ad alto rischio di tossicità (ipertensione polmonare primitiva e valvulopatie cardiache con fenfluramina, dexfenfluramina, fendimetrazina e altri anfetaminici; ictus cerebrale emorragico con i simpati comimetici).

Va inoltre evidenziato che non è stato dimostrato il mantenimento della riduzione del peso nel lungo periodo, né la riduzione della morbilità e mortalità correlate all’obesità. Pertanto, le prescrizioni di preparati galenici di cui si parla sono non solo prive di “evidenza” scientifica e gravate da una tossicità inaccettabile, ma anche sprovviste di un razionale che le renda plausibili.

Alcune sentenze della Magistratura e numerosi fatti di cronaca, segnalati peraltro dalla nostra associazione, hanno ormai pienamente confermato la pericolosità di questi preparati per la salute dei cittadini, spesso attratti da farmaci che consentirebbero di raggiungere lo scopo del dimagrimento.

Tutto nasce a seguito della morte del figlio del signor Michele Marzulli, Luigi, e di Ombretta Rubeghi, deceduti secondo quanto emergerebbe a seguito delle indagini espletate da parte della Procura della Repubblica di Roma a causa di una dieta a base di fendimetrazina, una sostanza anoressizzante vietata dalla legge e dopo la richiesta di ben undici rinvii a giudizio a vario titolo per il reato di “Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione” di cui all’articolo 328 del codice penale tra farmacisti, funzionari ministeriali, direttori di Asl e l’ex comandante del Nas Marco Datti.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, già al fianco delle famiglie delle vittime in questa battaglia, continua a tenere alta l’attenzione su un problema quale quello delle diete a base di sostanze cosiddette anoressizzanti che l’opinione pubblica e soprattutto le autorità sanitarie che sino a ieri avevano da sempre sottovalutato nonostante i casi segnalati di decessi o gravi conseguenze per molti pazienti.

Andrea Tosi

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