Buoni pasto, finalmente l’annuncio che tutti aspettavano: scatta l’aumento dei benefici

Buoni pasto, verso l’aumento dei benefici e vantaggi: le novità attese nella manovra 2026. Ecco tutto ciò che ci aspetta.
Novità importanti per i lavoratori italiani in tema di buoni pasto: la prossima Legge di Bilancio 2026 potrebbe infatti introdurre un significativo incremento dei vantaggi fiscali legati a questo benefit aziendale. La proposta, avanzata dalla senatrice Paola Mancini di Fratelli d’Italia, mira a elevare la soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici, da 8 a 10 euro, con l’obiettivo di aumentare il potere di acquisto dei lavoratori e compensare le recenti restrizioni sulle detrazioni fiscali.
Buoni pasto: cosa prevede l’attuale normativa e cosa cambierà
Attualmente, la normativa fiscale distingue tra buoni pasto cartacei ed elettronici, fissando per questi ultimi una soglia di esenzione fiscale fino a 8 euro per buono, mentre per i cartacei il limite è di 4 euro. Al di sotto di queste soglie, i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito imponibile del lavoratore, essendo considerati indennità sostitutive del servizio mensa aziendale e quindi esenti da tassazione.
La proposta di legge di Paola Mancini punta all’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici a 10 euro, adeguandola agli effetti dell’inflazione e migliorando il trattamento fiscale di questo strumento di welfare aziendale. Se approvata, questa misura favorirebbe una più ampia detassazione per i lavoratori, con un impatto positivo sul netto percepito e, indirettamente, sul potere d’acquisto.

L’erogazione dei buoni pasto rappresenta già oggi un vantaggio fiscale per le imprese, che possono dedurre integralmente il costo sostenuto per l’acquisto di questi ticket, senza subire oneri contributivi fino alle soglie di esenzione previste. Inoltre, i buoni pasto non sono sottoposti al limite di 258 euro annui previsto per i fringe benefit, ma godono di soglie più elevate: 1.000 euro per la generalità dei lavoratori e fino a 2.000 euro per quelli con figli a carico.
Dal punto di vista gestionale, l’adozione dei buoni pasto elettronici offre ulteriori benefici alle aziende: semplificazione nella distribuzione grazie alla ricarica digitale delle card, risparmio sui costi di spedizione e tracciabilità delle erogazioni. Questi aspetti riducono gli oneri amministrativi e migliorano l’efficienza del welfare aziendale.
Buoni pasto: diffusione, utilizzo e vantaggi per i lavoratori
I buoni pasto rappresentano oggi uno dei benefit più apprezzati dai lavoratori italiani, offrendo libertà nella gestione della pausa pranzo e un concreto sostegno economico per l’acquisto di alimenti o pasti pronti presso supermercati, bar, ristoranti e locali convenzionati. Possono essere concessi a lavoratori con contratto sia full time che part time, inclusi collaboratori con rapporto continuativo e smart worker, garantendo così equità di trattamento a tutti i dipendenti.
Secondo le normative vigenti, è possibile utilizzare fino a 8 buoni pasto per ogni transazione, e la rete di esercizi convenzionati supera le 100.000 unità, garantendo massima flessibilità d’uso. Il valore annuale dei buoni pasto esentasse può raggiungere circa 1.760 euro per i buoni elettronici, risultando una forma di reddito non tassata che supporta direttamente il bilancio familiare.
Inoltre, l’introduzione e l’aumento della soglia di detassazione prevista nella manovra 2026 rispecchia l’impegno del Governo nel rafforzare le misure di sostegno al lavoro e al reddito, in un contesto caratterizzato da modifiche alle detrazioni fiscali entrate in vigore nel 2025.
La riforma sui buoni pasto si inserisce nel quadro più ampio della Legge di Bilancio 2026, attualmente in fase di elaborazione. Il Governo ha dichiarato di voler intervenire per ridurre l’impatto fiscale sui lavoratori, soprattutto in considerazione dei recenti tagli a detrazioni e deduzioni. L’incremento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto si configura come una misura mirata a sostenere il potere d’acquisto, incentivando al contempo l’adozione di strumenti di welfare aziendale più moderni e digitalizzati.
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