Ad Blocker installati contro le pubblicità invasive come il pop-up

Teads, leader globale nel mercato della pubblicità video native e proprietaria di una piattaforma innovativa per la valorizzazione delle inventory dei premium publisher online, ha reso pubblici i risultati di una ricerca realizzata in collaborazione con Research Now sul perché gli utenti decidono d’installare gli ad blocker. Un interrogativo a cui si è voluto dare una risposta per aiutare il mercato a capire cosa sviluppare a livello tecnologico per continuare a supportare l’editoria online e allo stesso tempo per creare un dialogo lineare tra inserzionisti e utenti, senza che i primi siano un elemento di disturbo nell’esperienza di navigazione di questi ultimi.

Dalla ricerca sono emersi due dati molto rilevanti: tre utenti su quattro hanno dichiarato che i formati forzati e intrusivi sono tra le principali ragioni che motivano l’installazione di sistemi che bloccano l’erogazione dell’annuncio pubblicitario. Inoltre, per l’80% degli italiani il formato pop-up è il più fastidioso e penalizzante durante la navigazione online.

Altri risultati interessanti in Italia

Il potere della scelta: l’85% degli utenti non installerebbe gli ad blocker se il formato di advertising desse loro la possibilità di skippare o chiudere l’annuncio.
Passaparola: il 38% degli utenti con un ad blocker installato su desktop o laptop, ha scoperto l’esistenza di questi software tramite altri utenti.
Il tuo browser fa la differenza: il 76% degli intervistati con ad blocker attivo utilizza Chrome, contro il 39% di Firefox.
Profilo di un Ad Blocker: Sono uomini compresi tra i 18 e i 34 anni e tendono maggiormente ad installare sistemi ad blocker sui propri device anche mobile. Inoltre, su desktop, il 39% in più degli utenti rispetto al mobile, è più predisposto a guardare un annuncio non intrusivo.
Esperienza di navigazione penalizzata: per 67% degli utenti la pubblicità, soprattutto non skippabile, viene bloccata anche perché rallenta l’esperienza di navigazione. Il 57% degli intervistati ritiene che al momento ci siano troppi formati invasivi, classificabili col termine “fastidiosi”.

Sulla base di questi aspetti Michele Marzan, Ceo di Teads Italia, ha dichiarato: “Gli utenti di tutto il mondo hanno espresso un’avversione nei confronti dei formati intrusivi, ma fornirgli la possibilità di scelta è la chiave per aprire un dialogo migliore con essi. La rapida crescita della diffusione di sistemi in grado di bloccare l’erogazione di un contenuto pubblicitario è già un campanello d’allarme per tutti gli attori del panorama della pubblicità video online e dobbiamo prestare attenzione alle domande dei consumatori che oggi richiedono più rispetto per la loro esperienza di navigazione online. Noi di Teads in tal senso, siamo in prima linea nel sostenere che sono sempre gli utenti a decidere se fruire un annuncio oppure no. Ecco perché stiamo concentrando le energie del nostro dipartimento ricerca e sviluppo in questa direzione”.

Teads ha intervistato oltre 9000 persone per questo studio, a livello globale. Essi sono suddivisi in tre gruppi: utenti con ad blocker attivo su desktop/laptop, con ad blocker attivo su mobile e utenti a conoscenza di questi strumenti ma che non ne hanno installato ancora uno. La ricerca di Teads è stata condotta tra i due principali mercati digital internazionali tra cui Stati Uniti, America Latina (Messico, Brasile, Argentina) e le 5 principali città europee, tra cui Inghilterra, Germania, Spagna, Francia e Italia.

Adblock Plus

Alcuni dati interessanti a livello globale

Gli intervistati negli Stati Uniti hanno dichiarato di essere più avversi agli annunci forzati e il 74% ha inoltre, risposto che essi sono il principale motivo che porta all’installazione degli ad-blocker contro il 60% degli italiani che per la stessa ragione non esiterebbero a bloccare gli annunci considerati invasivi.
La maggior parte degli utenti che riconsidererebbe l’installazione di un ad blocker, se i formati dessero la possibilità di scelta, si trova in Messico e Spagna. Essi rappresentano il l’89% degli intervistati.
Gli argentini sono i più infastiditi dal formato pre-roll (formato pubblicitario erogato su un altro contenuto video), il 57% preferisce il formato nativo in-article e solo il 13% di queste unità vengono considerate altamente intrusive.
In Germania, città natale di Adblock Plus, il 72% degli utenti intervistati ha installato un ad blocker perché motivati dall’intrusività degli annunci, ma l’83% potrebbe non usarli se si desse loro la possibilità di scelta.

Teads negli ultimi anni ha sempre lavorato guardando in prospettiva e provando a costruire esperienze di branding che unissero le esigenze degli utenti con quelle dei marchi e dei publisher. L’inRead , infatti, fiore all’occhiello di Teads, è un formato che si apre all’interno di un contenuto editoriale e skippabile dall’inizio. Il video parte solo quando è visibile per più del 50% del player e si interrompe quando meno visibile. Soprattutto, non si sovrappone ad altri contenuti. Forbes, Slate, Bonnier Corp, The Guardian, The Telegraph, and Nikkei e molti altri sono solo alcuni dei publisher che hanno scelto le soluzioni di Teads per valorizzare le loro inventory.

Antonio VivesTechGoogle AdSense,Pubblicità online
Teads, leader globale nel mercato della pubblicità video native e proprietaria di una piattaforma innovativa per la valorizzazione delle inventory dei premium publisher online, ha reso pubblici i risultati di una ricerca realizzata in collaborazione con Research Now sul perché gli utenti decidono d’installare gli ad blocker. Un interrogativo...