Esteri

Terremoto M7 Mar Egeo con Tsunami provoca vittime in Grecia e Turchia

Alle 12:51 italiane del 30 ottobre 2020, è avvenuto un terremoto di magnitudo M7 ad una profondità di 16.5 km, con epicentro 19 km a nord dell’isola di Samos (Grecia) e 17,26 km a Sud della costa della Turchia, nella parte orientale del mar Egeo. Durante le prime 3 ore dall’evento sono stati registrati ulteriori 21 terremoti con una magnitudo tra M 3,3 e M 5,1.

Il terremoto ha colpito l’isola greca di Samos e la provincia di Izmir, la terza città della Turchia con 2,5 milloni di abitanti, provocando gravi danni a Seferihisar e Kusadasi.

Al momento, il terremoto ha provocato 17 vittime e più di 700 feriti, ed il crollo di numerosi edifici (stime provvisorie). Il terremoto è stato sentito anche nella provincia di Istanbul, ad Atene ed anche in altre regioni distanti piu di 300 km dall’epicentro.

L’evento ha anche generato uno tsunami, localizzato principalmente in area epicentrale. Il CAT-INGV, dopo aver diramato una un’allerta tsunami di livello rosso (Watch) per alcune regioni costiere della Grecia e della Turchia (per altre regioni della Grecia e della Turchia il livello di allerta è stato arancione Advisory), ha misurato un’anomalia del livello del mare ai mareografi di Syros, Kasos, Harakleio (Grecia) e Mugla-Bodrum (Turchia) comprese tra 2 e 8 cm. Questi mareografi sono i più vicini all’area epicentrale, ma comunque sono lontani dalla zona in cui sono stati registrati i maggiori effetti dello tsunami.

Per le altre coste del Mediterraneo (Italia inclusa) il CAT-INGV non ha diramato nessuna allerta tsunami, ma solo un messaggio informativo (“information”).

Il terremoto odierno è avvenuto entro una fascia di elevata attività sismica che attraversa tutta la regione Euro-Mediterranea, in corrispondenza dell’estremità occidentale della catena Alpino-Himalayana. La configurazione tettonica di quest’area è estremamente eterogenea, articolandosi in una serie di catene montuose arcuate (da ovest verso est: Rif-Betiche, Alpi, Appennini, Carpazi, Dinaridi, Ellenidi) e dei relativi bacini di retro-arco (Mare di Alboran, Bacino Liguro-Provenzale, Mar Tirreno, Bacino Pannonico, Mar Egeo).

La complessità tettonica attuale è il risultato dell’evoluzione di questa regione nell’era Terziaria (ultimi 70 Milioni di anni), durante la quale la dinamica della litosfera è stata caratterizzata da vari episodi di subduzione e collisione di tre grandi placche, Africa, Eurasia ed Arabia, lentamente convergenti, che hanno coinvolto nell’interazione un mosaico di placche minori, sia di natura continentale che oceanica (come ad esempio le placche Adria, Anatolia ed Egea).

Secondo INGV Terremoti la parte occidentale della Turchia è soggetta ad un’estensione in direzione Nord-Sud con un tasso di velocità pari a 30–40 mm/anno.  La sismicità regionale è associata al sistema di faglie normali,  orientate approsimativamente in direzione East-Ovest, che bordano i graben dell’Anatolia occidentale. Negli ultimi 50 anni, diversi eventi di magnitudo significativa hanno causato danni e decessi nella regione.

Valentina Conti

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