Scienza

Scienza in allerta: Gli Uragani rallentano a causa dell’aumento di CO2

Gli scienziati avvertono che un aumento del riscaldamento globale potrebbe rallentare significativamente gli uragani, il che potrebbe portare a un’ulteriore imponente distruzione. Mentre il rallentamento può sembrare una buona cosa, i ricercatori stanno parlando del progresso della velocità dell’uragano, non della velocità del vento. Quindi questo rallentamento significa più tempo per forgiare una scia di distruzione con vento e pioggia quando colpiscono la terra.

Il forte avvertimento si basa sui dati meteorologici raccolti dal 1950, nonché sulle letture prese sulle tempeste più recenti degli ultimi anni e sulle proiezioni future create dalla modellizzazione computerizzata. Gli scienziati stanno studiando il movimento “traslazionale” o in avanti degli uragani, piuttosto che l’occhio della velocità del vento della tempesta. Perché, indipendentemente dalla velocità del vento, la tempesta può essere ancora lenta.

Ad esempio, nel 2019, l’uragano Dorian ha prodotto raffiche di 295 km/h, ma è avanzato a pochi km/h. Ciò significava più tempo per causare danni sul suo cammino. Se i futuri uragani continuano a seguire il modello dell’uragano Dorian, è probabile che siano altrettanto distruttivi, o anche di più.

“Le nostre simulazioni suggeriscono che il futuro riscaldamento antropogenico potrebbe portare a un significativo rallentamento del movimento degli uragani, in particolare in alcune regioni popolate delle medie latitudini”, afferma il climatologo Gan Zhang dell’Università di Princeton.

Utilizzando modelli climatici dettagliati, Zhang e i suoi colleghi hanno eseguito sei diversi schemi, basati su 15 serie separate di condizioni iniziali, dando loro un totale di 90 diversi possibili scenari futuri. In tutti questi 90 scenari, al modello è stato detto di aspettarsi un aumento dei livelli di CO2 e il successivo riscaldamento globale di 4 gradi Celsius entro la fine del secolo.

Le simulazioni hanno dimostrato che ciò causerebbe forti correnti di vento a media latitudine conosciute come venti occidentali che spingessero maggiormente verso i poli, lasciando condizioni più calme e meno slancio in avanti negli uragani.

Gli uragani in Asia e Nord America, lungo le latitudini vicino a New York, sarebbero i più colpiti, suggeriscono i modelli. Tuttavia, la velocità degli uragani nei tropici non sarebbe alterata dall’aumento delle temperature.

La ricerca è stata pubblicata su Science Advances.

Andrea Tosi

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