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Pensione a 65 anni, nel 2025 è possibile: i requisiti da rispettare per riuscirci

Pensione a 65 anni nel 2025: ecco i requisiti e le alternative previste. Quando è possibile e come si fa per ottenerla.

Andare in pensione a 65 anni nel 2025 è un tema di grande attualità, specie per coloro che si trovano a un passo dal traguardo ma non rientrano nei tradizionali requisiti delle pensioni ordinarie. Le ultime normative previdenziali confermano che non è necessario aspettare i 67 anni di età o superare i 43 anni di contributi per lasciare il lavoro: esistono infatti diverse misure che consentono un’uscita anticipata, a patto di rispettare specifici requisiti.

Di seguito una guida dettagliata per orientarsi tra le opportunità disponibili nel 2025, con particolare attenzione alle novità e ai requisiti aggiornati.

I requisiti per la pensione a 65 anni nel 2025

Un esempio concreto è quello di Renato, responsabile di magazzino in un’azienda privata, che ha appena compiuto 65 anni e ha accumulato circa 35 anni di contributi. Domanda comune a molti lavoratori: quali sono le possibilità di andare in pensione adesso o nel prossimo anno?

La risposta non è univoca, perché la pensione a 65 anni in Italia può essere ottenuta attraverso più canali, ciascuno con condizioni e vincoli specifici:

  • Pensione anticipata contributiva (Quota 89): è accessibile da chi ha versato il primo contributo dopo il 1995, con almeno 64 anni di età e 25 anni di contributi. Nel 2025 questa misura può includere anche la rendita dei fondi pensione e del TFR rateizzato mensilmente. Dal 2026 potrebbe estendersi anche a chi ha iniziato a versare prima del 1996.
  • Per chi ha almeno 20 anni di contributi e contribuzione post-1995, è possibile accedere alla pensione contributiva a condizione che l’importo della pensione sia almeno pari a 3 volte l’assegno sociale (pari a 538,68 euro mensili nel 2025). Per le donne con figli questo requisito si riduce a 2,8 volte l’assegno sociale con un figlio, e 2,6 volte con due o più figli.
I requisiti per andare in pensione a 65 anni – postbreve.com
  • L’Ape Sociale consente il pensionamento anticipato a 63 anni e 5 mesi con specifici requisiti contributivi:
  • 30 anni di contributi per invalidi con almeno il 74% di disabilità, caregiver conviventi da almeno 6 mesi con familiari disabili gravi o disoccupati da almeno 18 mesi che abbiano esaurito la NASpI;
  • 36 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi, con almeno 7 anni negli ultimi 10 o 6 negli ultimi 7 anni.
  • Per chi ha svolto attività usuranti è possibile andare in pensione con 35 anni di contributi e almeno 61 anni e 7 mesi di età, raggiungendo la cosiddetta Quota 97,6 (somma di età e contributi).

Le misure di pensione ordinaria rimangono invariate rispetto al 2024: per la pensione di vecchiaia occorrono 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Nel caso di contribuzione iniziata dopo il 1995, l’importo pensionistico deve superare la soglia dell’assegno sociale.

Le opportunità per categorie speciali: Ape Sociale e usuranti

La pensione anticipata ordinaria prevede:
– per le donne 41 anni e 10 mesi di contributi;
– per gli uomini 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dall’età anagrafica.
La decorrenza della pensione anticipata è posticipata di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Per chi ha versato contributi dopo il 1996, la pensione anticipata contributiva consente il pensionamento a 64 anni con almeno 20 anni di contributi. La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto la possibilità di integrare l’importo pensionistico con la rendita della previdenza complementare, portando il requisito contributivo a 25 anni in questo caso.

L’Ape Sociale continua a essere una misura fondamentale per i lavoratori in condizioni particolari, quali disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a mansioni gravose. Nel 2025, il requisito d’età per l’accesso è 63 anni e 5 mesi, con contributi variabili da 30 a 36 anni a seconda della categoria.

Le previsioni demografiche Istat indicano un progressivo squilibrio tra popolazione attiva e pensionati, rendendo cruciale la gestione sostenibile delle uscite dal lavoro e il rispetto delle regole previdenziali.

Romana Cordova

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