Sviluppato il pacemaker più piccolo del mondo: un passo avanti nella cura dei difetti cardiaci congeniti
Recentemente, un gruppo di scienziati americani ha compiuto una scoperta che potrebbe sembrare uscita direttamente da un film di fantascienza, ma che è invece una realtà concreta destinata a cambiare il trattamento di alcune patologie cardiache.
Nel laboratorio di John Rogers, pioniere della bioelettronica presso la Northwestern University, è stato sviluppato il pacemaker più piccolo del mondo, un dispositivo innovativo che potrebbe rivoluzionare la vita di molti pazienti, in particolare dei più piccoli.
Questo nuovo pacemaker è incredibilmente più piccolo di un chicco di riso e si presenta come una soluzione ideale per i neonati con difetti cardiaci congeniti. La sua dimensione contenuta e la sua capacità di dissolversi naturalmente nel corpo una volta completato il suo compito rappresentano un enorme passo avanti rispetto alle tecnologie precedenti, che spesso richiedono interventi chirurgici complessi e il rischio di complicazioni.
Il pacemaker sviluppato da Rogers e dal suo team è progettato per essere iniettato nel corpo tramite una minuta siringa, e funziona in modo molto diverso dai dispositivi tradizionali. Il dispositivo è abbinato a un dispositivo indossabile che monitora costantemente il battito cardiaco del paziente. Se viene rilevato un battito irregolare, il dispositivo invia un impulso luminoso che attiva il pacemaker, stimolando il cuore in modo sicuro e temporaneo.
Una delle caratteristiche più innovative di questo pacemaker è la sua capacità di dissolversi nel corpo una volta che ha svolto il suo compito, eliminando la necessità di interventi chirurgici aggiuntivi per la rimozione. Questo processo riduce notevolmente il rischio di complicazioni legate alla rimozione del dispositivo, come le emorragie interne e la formazione di cicatrici, che possono causare danni al cuore.
In un podcast dell’università, John Rogers ha spiegato che spesso i pazienti che necessitano di interventi chirurgici cardiaci devono essere assistiti da pacemaker temporanei per mantenere il ritmo cardiaco durante il periodo di convalescenza. Tuttavia, i pacemaker tradizionali comportano l’uso di cavi ingombranti e dispositivi esterni, che possono risultare scomodi e rischiosi, soprattutto durante la fase di rimozione. Il nuovo dispositivo, al contrario, è progettato per minimizzare il disagio e i pericoli legati a questi interventi.
Secondo Igor Efimov, cardiologo sperimentale che ha co-diretto lo studio, il principale motore della ricerca è stato il desiderio di migliorare la qualità della vita dei bambini con difetti cardiaci congeniti. Ogni anno, circa l’1% dei neonati nasce con queste patologie, che non dipendono dalle risorse economiche del paese in cui vivono.
La buona notizia è che, per molti di questi bambini, il pacemaker è necessario solo temporaneamente, durante il periodo di recupero dopo l’operazione. Solitamente, il cuore guarisce spontaneamente dopo circa sette giorni, ma quei giorni sono cruciali.
Grazie a questo nuovo pacemaker, che può essere posizionato facilmente e senza complicazioni, è possibile monitorare e stimolare delicatamente il cuore del bambino senza la necessità di ulteriori interventi chirurgici per rimuovere il dispositivo. Questo approccio riduce il rischio di complicazioni post-operatorie e accelera il recupero, un risultato fondamentale per la salute dei più piccoli.
Il pacemaker sviluppato da Rogers e dal suo team è ancora in fase di perfezionamento, ma secondo le stime degli scienziati, il dispositivo potrebbe essere pronto per le sperimentazioni cliniche entro cinque anni. Questo innovativo dispositivo utilizza una cella galvanica, una batteria semplice che converte l’energia chimica in energia elettrica. La batteria è composta da due metalli che, entrando in contatto con i biofluidi circostanti, formano una batteria che invia impulsi elettrici al cuore, stimolando il battito cardiaco quando necessario.
Questa innovazione segna un passo importante nella lotta contro i difetti cardiaci congeniti e potrebbe aprire la strada a un futuro in cui il trattamento delle malattie cardiache diventa meno invasivo, più sicuro e accessibile a tutti. Se le sperimentazioni avranno successo, il nuovo pacemaker potrebbe cambiare radicalmente la vita di migliaia di persone, migliorando la loro qualità della vita e riducendo il rischio di complicazioni durante il recupero post-operatorio.
In conclusione, lo sviluppo del pacemaker più piccolo del mondo rappresenta una straordinaria conquista tecnologica che promette di migliorare notevolmente il trattamento delle malattie cardiache, soprattutto nei neonati e nei bambini. Con l’adozione di tecnologie sempre più avanzate e minimamente invasive, il futuro della medicina cardiaca appare sempre più promettente.
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