Le linee di Nazca, uno dei misteri archeologici più affascinanti al mondo, continuano a sorprendere. Situate nel deserto costiero del sud del Perù, queste incisioni nel terreno, che si estendono per chilometri, sono state per lungo tempo oggetto di teorie misteriose, dalla religione all’astronomia. Ora, grazie all’uso di tecnologie avanzate come i droni e l’intelligenza artificiale (IA), un team di ricercatori ha scoperto oltre 300 nuovi geoglifi, quasi raddoppiando la quantità di linee conosciute fino ad oggi.
Il team di ricerca, guidato dall’archeologo Masato Sakai dell’Università di Yamagata, ha condotto un esperimento innovativo che ha portato a una scoperta senza precedenti. Utilizzando droni che volano a bassa quota e alimentati da software di IA per analizzare le fotografie aeree, i ricercatori sono riusciti a identificare 303 nuovi geoglifos in appena sei mesi, un risultato impressionante considerando che prima della scoperta la mappa dei geoglifi conosciuti contava solo 430 linee.
Le nuove figure scoperte, di circa 9 metri di larghezza, potrebbero essere state individuate anche in precedenti voli aerei, ma la vastità del sito ha sempre reso difficile l’individuazione senza l’ausilio della tecnologia.
La IA è stata fondamentale per analizzare un grande volume di immagini, riducendo a solo il 2% delle fotografie quelle che meritevano un’ulteriore indagine. Successivamente, il team ha visitato direttamente il sito per confermare le scoperte.
Le nuove linee di Nazca, che rappresentano figure come piante, animali e persone, non sono solo un’incredibile scoperta archeologica, ma offrono anche nuove intuizioni sul loro scopo. Si ritiene che queste incisioni siano state realizzate da una civiltà preincaica tra il 200 aC e il 700 dC, ma il loro scopo rimane un enigma.
Alcune teorie suggeriscono che i geoglifi fossero usati come luoghi sacri lungo le rotte di pellegrinaggio, mentre altre ipotizzano che servissero per scopi astrononomici o per segnare ritmi stagionali.
Secondo Sakai, i geoglifi appena scoperti si trovano principalmente lungo sentieri che attraversano la pampa, il che suggerisce che possano essere stati creati da piccoli gruppi di persone per condividere informazioni su riti religiosi o pratiche agricole, in un contesto di ritualità comunitaria.
Nonostante il sito sia protetto da leggi che ne vietano l’accesso, le linee di Nazca sono state minacciate da atti di vandalismo. Nel 2014, per esempio, attivisti di Greenpeace danneggiarono una parte del famoso geoglifo del colibrì durante una protesta, e nel 2018 alcuni geoglifi furono danneggiati da un camion che aveva attraversato la zona per evitare il pedaggio. Le linee, esposte a inondazioni improvvise e smottamenti, sono vulnerabili a danni irreparabili, rendendo la protezione del sito ancora più urgente.
Con almeno altre 500 figure che potrebbero ancora essere scoperte, Sakai è fiducioso che altre sorprese emergeranno nei prossimi anni, con l’ausilio continuo della tecnologia.
Insomma, le scoperte recenti delle linee di Nazca, alimentate dall’uso innovativo di droni e intelligenza artificiale, aprono nuove porte per la comprensione di uno dei siti archeologici più misteriosi del mondo. La combinazione di queste tecnologie avanzate sta permettendo agli archeologi di mappare la vastità di questo antico tesoro, rivelando segreti che potrebbero riscrivere la storia della civiltà preincaica.
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