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Monitoraggio termico nei Campi Flegrei: Prevedere i terremoti

I Campi Flegrei: Un Nuovo Metodo per Monitorare le Anomalie Termiche e Sismiche

I Campi Flegrei, situati nell’area di Napoli, rappresentano una delle zone vulcaniche più attive al mondo. Questo vasto complesso vulcanico ha visto un significativo aumento della sua attività sismica negli ultimi anni, suscitando preoccupazioni tra esperti e residenti. A fronte di questo fenomeno, un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sviluppato un innovativo sistema di monitoraggio termico in grado di prevedere, con una certa precisione, i terremoti più intensi in arrivo.

Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Remote Sensing Letters, si intitola “A novel algorithm for thermal monitoring using ECOSTRESS time series: the case of Campi Flegrei, Naples, Italy” ed è stato realizzato grazie all’analisi delle immagini termiche raccolte dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Un Algoritmo Innovativo per il Monitoraggio Termico

Il metodo sviluppato dai ricercatori si basa sull’uso dei dati forniti dallo strumento ECOSTRESS, un sensore altamente avanzato della NASA-JPL installato sulla ISS. ECOSTRESS è in grado di stimare la temperatura superficiale con una risoluzione spaziale particolarmente alta, pari a circa 70 metri, e offre passaggi frequenti sulla stessa area, con un intervallo che può variare dai due ai tre giorni. Grazie a questa tecnologia, i ricercatori hanno potuto generare due serie storiche di temperatura basate sulle immagini termiche acquisite dalle aree circostanti la Solfatara tra il 2021 e il 2024.

I dati ottenuti sono stati analizzati con l’ausilio di due metodi statistici distinti, i quali hanno permesso di mettere in relazione le anomalie termiche con i principali eventi sismici verificatisi nell’area dei Campi Flegrei. L’obiettivo principale della ricerca era quello di identificare eventuali segnali termici che potessero precedere i terremoti più significativi, un fenomeno che potrebbe rappresentare un’importante risorsa per migliorare la previsione sismica.

Le Variazioni di Temperatura e la Relazione con i Terremoti

I risultati ottenuti hanno rivelato che le variazioni anomale di temperatura si verificano in prossimità di eventi sismici di maggiore intensità, con un anticipo che può variare da pochi giorni a poche settimane. Un esempio eclatante è rappresentato dal terremoto di magnitudo 4.4 che ha colpito la zona il 17 maggio 2024, per il quale è stato osservato un aumento di temperatura di ben 5°C, verificatosi tre giorni prima dell’evento sismico. Allo stesso modo, per il terremoto di magnitudo 4.2 del 27 settembre 2023, un incremento di temperatura di oltre 7°C era stato rilevato il 21 settembre, sei giorni prima del sisma.

Inoltre, il secondo metodo statistico utilizzato ha confermato la presenza di anomalie termiche per gli stessi eventi sismici, che sono state rilevate rispettivamente il 12 aprile 2024 e il 6 settembre 2023. Questo tipo di analisi ha confermato che le fluttuazioni di temperatura superficiale potrebbero essere un indicatore affidabile per monitorare l’attività sismica nella regione.

Un Segnale di Aumento dell’Attività Vulcanica

Un altro importante risultato della ricerca riguarda il valore medio delle differenze di temperatura, che ha mostrato un aumento negli ultimi anni. Questo dato è coerente con l’incremento di altri segnali geofisici già osservati nella zona, come il fenomeno del bradisismo (innalzamento del suolo) e l’aumento delle emissioni di anidride carbonica. L’insieme di questi fenomeni suggerisce che l’attività vulcanica nella zona potrebbe essere in crescita, aumentando ulteriormente la necessità di un monitoraggio continuo.

La Nuova Speranza per la Previsione Sismica

Gli autori della ricerca si dichiarano ottimisti riguardo ai risultati ottenuti, che suggeriscono una forte connessione tra le anomalie termiche e l’attività sismica. “Le anomalie in temperatura rilevate attraverso due metodi statistici distinti ci rendono più fiduciosi riguardo al possibile legame tra le fluttuazioni di temperatura superficiale e l’attività sismica dell’area”, ha dichiarato Cristiano Fidani, co-autore dello studio e ricercatore dell’INGV.

La possibilità di prevedere i terremoti con maggiore precisione grazie all’analisi delle immagini termiche potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per la sicurezza della popolazione che vive in prossimità dei Campi Flegrei. Sebbene sia ancora presto per trarre conclusioni definitive, questa nuova metodologia apre la strada a una maggiore comprensione dei fenomeni che caratterizzano le aree vulcaniche attive, contribuendo a sviluppare strategie più efficaci per la protezione dei residenti e la gestione dei rischi sismici.

In conclusione, il monitoraggio termico attraverso la Stazione Spaziale Internazionale e l’uso di tecniche avanzate di analisi dei dati rappresentano una promettente frontiera nella vulcanologia moderna, con applicazioni potenzialmente rivoluzionarie per la previsione e la gestione dei terremoti nelle aree ad alta attività sismica.

Valentina Conti

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