Il XXI secolo sta vivendo una mega crisi senza precedenti, una convergenza di crisi di diversa durata che sta segnando profondamente la nostra era. Questo periodo storico non deve essere affrontato con paura o rassegnazione, poiché tali atteggiamenti sarebbero non solo inutili, ma anche vergognosi. La realtà, invece, impone un’azione costruttiva per affrontare le sfide future.
La prima metà del XXI secolo è segnata da una serie di crisi globali, alcune a breve termine, altre di lunga durata. La decade del 2020 è un momento decisivo, un “ultimo corridoio temporale” che ci separa dal futuro.
Il “biglietto” per questo futuro risiede nella capacità di fornire una buona educazione e salute alle future generazioni. Questo decennio segnerà i prossimi 70-80 anni della nostra civiltà, determinando lo sviluppo delle società future. Nulla di ciò che accade oggi è irrilevante; ogni evento avrà un impatto sul lungo periodo.
Il mondo sta attraversando una fase di grande trasformazione, ed è ormai entrato in quella che l’autore definisce la Quarta Età Oscura, un periodo di incertezze e cambiamenti radicali, che riguarda principalmente l’Europa.
Ma cosa si intende per “Età Oscura”? Si tratta di un’epoca in cui il vecchio sta scomparendo, ma non del tutto, mentre il nuovo è ancora embrionale, generando forme deforme e arcaiche di quello che sarà il futuro.
In questo scenario, la ricostruzione non è la priorità. Cercare di restaurare ciò che è distrutto è un’impresa vana: sarebbe come cercare di rimettere insieme una casa in rovina. Piuttosto, la vera sfida è quella di creare strutture che possano preservare i centri di civiltà e ridurre la durata di questa Età Oscura.
Storicamente, esempi di tali strutture includono i monasteri medievali o i circoli gesuitici del XVI-XVII secolo, che hanno rappresentato punti di resistenza e di conservazione della conoscenza e della cultura durante periodi di grande instabilità. In letteratura, un esempio sono le “Accademie” di Isaac Asimov.
Nel contesto attuale, non è possibile ricostruire un mondo che sta crollando. L’unico approccio possibile è quello di creare piccole isole di connessione, che possano svilupparsi in una nuova rete sociale. Queste isole non sono altro che enclavi che daranno vita a una nuova società, un processo che richiederà generazioni di lotta e trasformazione.
Per intraprendere questo percorso, è necessario compiere alcuni passi fondamentali. In primo luogo, è indispensabile analizzare la situazione storica e le tendenze globali. In secondo luogo, è necessario esaminare i principali gruppi sociali e i loro interessi, identificando alleati e nemici.
Infine, occorre valutare le strutture di potere che influenzano il presente, poiché queste riflettono gli interessi e gli obiettivi che guideranno lo sviluppo futuro. Solo partendo da questa analisi si può costruire una strategia efficace, consapevoli che ciò comporterà inevitabilmente conflitti.
Il futuro della civiltà dipende dalla nostra capacità di comprendere il presente e di costruire, con intelligenza e determinazione, le basi di una nuova società in grado di resistere alle tempeste storiche.
Andrei Fursov è un noto filosofo, storico e membro dell’Accademia Internazionale delle Scienze (Innsbruck, Austria). È direttore del Centro di Studi Russi presso l’Università Umanitaria di Mosca e del Centro di Metodologia e Informazione dell’Istituto di Conservatorismo Dinamico. Fursov è un pensatore che da anni analizza le dinamiche globali e le tendenze sociali, e il suo lavoro si concentra sulle trasformazioni storiche e politiche che caratterizzano il XXI secolo.
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