Esteri

Massacro tribale in Papua Nuova Guinea, uccisi donne (anche incinte) e bambini

Almeno 16 donne e bambini sono stati uccisi in brutali violenze tribali in Papua Nuova Guinea. Philip Pimua, un lavoratore del Dipartimento della Salute che ha pubblicato le fotografie su Facebook, riferendo che alcune persone sono state “tagliate a pezzi e difficili sono da riconoscere le parti del loro corpo”. Ha inoltre raccontato alla radio-televisione australiana ABC che secondo lui otto di quelli uccisi avevano un’età compresa tra uno e 15 anni e che due donne erano incinte.

Il bilancio delle vittime e le date delle violenze nella remota provincia montana di Hela variano nei comunicati stampa di ABC e del giornale Post-Courier. Il governatore di Hela, Philip Undialu, ha dichiarato che l’ultima violenza è avvenuta lunedì quando 16 persone, tra cui donne incinte e bambini, sono morte nel villaggio di Karida.

Le uccisioni sono state probabilmente rappresaglie per un precedente attacco che ha lasciato circa sette morti, ha detto il sig Undialu. Il Post-Courier , con sede nella capitale della nazione insulare del Sud Pacifico, Port Moresby, ha riferito che sabato 24 persone sono state uccise nei villaggi di Karida e Peta. Sei persone sono state vittime di un’imboscata e sono state uccise vicino a Peta sabato, ha detto al giornale l’ispettore capo della polizia di Hela Teddy Augwi.

I parenti delle vittime si sono vendicati con i fucili il giorno successivo, uccidendo tra 16 e 18 persone a Karida, comprese le donne incinte, ha inoltre spiegato. “Questa non è una lotta tribale in cui gli oppositori si fronteggiano sul campo”, ha detto il signor Augwi al giornale. “Questa è una lotta nella guerriglia, nel senso che giocano a nascondino e tendono agguati ai loro nemici”.

Molti abitanti del villaggio sono fuggiti dalla violenza, ha detto al giornale l’amministratore di Hela William Bando. Non è stato immediatamente chiaro se qualche sospetto fosse stato arrestato. Il sovrintendente della polizia della Papua Nuova Guinea, Dominic Kakas, non ha immediatamente risposto a una richiesta di commento mercoledì.

La violenza tribale, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è comune nell’entroterra della Papua Nuova Guinea, dove gli abitanti dei villaggi vendicano i loro parenti come rappresaglia. Il primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, ha dichiarato che i responsabili degli attacchi fatali potrebbero essere condannati a morte, secondo quanto riferito dalla ABC.

Fonte: theguardian.com.

Valentina Conti

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