Il Belgio grida allo scandalo. Migliaia di connazionali che durante la Seconda Guerra mondiale collaborarono con il regime nazista anche nelle persecuzione contro gli ebrei ricevono ancora la pensione dalla Germania. A denunciare questa situazione è stata un’associazione di cittadini battezzata ‘per la memoria, per l’avvenire’ con una petizione in cui si chiede di porre fine a questo scandalo.
All’indignazione del gruppo di cittadini si è unito oggi il ministro federale belga per le pensioni, Daniel Bacquelaine, il quale, per bocca del suo portavoce, ha detto di condividere questo sentimento perché è “al di là della portata del fenomeno, è incredibile che i collaborazionisti belgi possano beneficiare di una pensione tedesca versata per il lavoro svolto con i nazisti. Ne parleremo anche a livello di governo”.
Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione dei due regimi che hanno determinato un passato nefasto per la storia europea e mondiale, evidenzia come sarebbero ancora 2500 persone sul libro paga tedesco.
Non si tratta di un’azione mirata contro la Germania o i suoi cittadini, sottolinea il comitato, ma denuncia il fatto che Berlino non comunichi neanche alle autorità belghe né il nome dei beneficiari né gli importi versati. Con il non trascurabile risultato che questi introiti sfuggono completamente al fisco belga.
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