Divario salariale tra uomini e donne: la Gran Bretagna contro. Sul web gli stipendi dei dipendenti. Circa 8000 aziende verranno così valutate dal governo che pubblicherà a partire dal 2018 classifiche consultabili dai cittadini. Una misura che vorremmo fosse immediatamente applicata anche in Italia, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che plaude alla messa in atto da parte del governo britannico dopo l’annuncio dello scorso agosto, in merito ai nuovi provvedimenti concreti contro il divario salariale fra uomini e donne.
Le aziende con più di 250 dipendenti dovranno pubblicare sul web i dati sul trattamento economico (stipendi e bonus) del loro personale dal quale emergeranno eventuali ‘discriminazioni’ di genere. L’annuncio è stato fatto da Nicky Morgan, ministro dell’istruzione con delega alle Pari opportunità, secondo cui nei prossimi anni si dovranno eliminare del tutto le attuali differenze.
Circa 8000 aziende verranno così valutate dal governo che pubblicherà a partire dal 2018 classifiche consultabili dai cittadini. La lodevole iniziativa è stata tuttavia accolta con qualche perplessità dalla Cbi, la Confindustria britannica. Secondo la direttrice generale Carolyn Fairbairn, il rischio è di “mettere alla berlina” alcune aziende con una serie di numeri che non tengono conto, ad esempio, del fatto che molte donne hanno contratti part-time. In base agli ultimi dati disponibili, il ‘gender gap’ nel Regno Unito è del 20%.
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