Dal momento in cui un bambino nasce fino ai primi anni di vita, il cervello subisce un intenso processo di sviluppo, caratterizzato anche dalla creazione e dall’assottigliamento della corteccia cerebrale. Questo processo, noto come “assottigliamento corticale”, è stato oggetto di uno studio recente che ha rilevato differenze significative nei bambini autistici, in base al loro sesso alla nascita.
La comprensione dello sviluppo cerebrale nei bambini autistici è cruciale per comprendere meglio questa condizione complessa. Tuttavia, la ricerca in questo campo è stata a lungo influenzata da un sotto-rappresentazione del sesso femminile e da un quadro confuso e incoerente. Questo studio si propone di colmare questa lacuna, analizzando le differenze nel processo di assottigliamento corticale in base al sesso alla nascita.
Lo studio ha coinvolto scansioni cerebrali di 290 bambini autistici e 139 bambini non autistici con uno sviluppo tipico, raccolte in diverse fasi dell’infanzia fino all’età di 13 anni. I risultati hanno evidenziato differenze significative nello spessore corticale tra i bambini autistici e non autistici, con variazioni osservate anche in base al sesso alla nascita.
A 3 anni, le bambine autistiche presentavano regioni corticali più spesse rispetto ai coetanei non autistici dello stesso sesso, mentre nei maschi autistici le differenze non erano significative. Tuttavia, a 11 anni, le differenze tra i sessi erano meno evidenti, con variazioni corticali osservate nel tempo anziché tra gruppi di sesso alla nascita.
Questi risultati sollevano importanti questioni sulla biologia e lo sviluppo dell’autismo, sottolineando l’importanza di considerare il sesso alla nascita nelle ricerche future. È necessaria una maggiore comprensione delle interazioni tra lo sviluppo cerebrale, l’autismo e il sesso biologico per identificare possibili differenze di genere nei sintomi e nei risultati evolutivi.
Lo studio, la cui ricerca è stata pubblicata su Molecular Psychiatry, offre una panoramica dettagliata dello sviluppo cerebrale nei bambini autistici, evidenziando differenze significative tra i sessi alla nascita. Queste scoperte sono fondamentali per informare future ricerche e interventi mirati che tengano conto delle variazioni individuali nel quadro dell’autismo.
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