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Alzheimer e un bicchiere di vino

Vi starete chiedendo cosa c’entra il bicchiere di vino con l’Alzheimer. Bene, secondo un recente studio su questa malattia che è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente), bere un bicchiere di vino al giorno in compagnia potrebbe rallentarla.

A dare la notizia un gruppo di ricerca dell’università di Copenhagen, che ha pubblicato i risultati sul British Medical Journal Open. Si stima che circa il 60-70% dei casi di demenza sia dovuta a “Alzheimer disease” e il numero di queste persone, secondo gli esperti, potrebbe essere ridotto bevendo un bicchiere, o l’equivante di 2-3 unità alcoliche. In questo modo si abbassa la probabilità di morte se i dati vengono confrontati con chi beve meno o è astemio.

Gli esperti avvertono però che “l’effetto benefico” potrebbe non essere legato direttamente all’alcol, ma all’atmosfera sociale della compagnia con il quale si sta bevendo, magari un bicchiere di vino prosecco, occia che questo aiuta il cervello a mantenersi giovane.

I dati arrivano da uno studio durato per 3 anni durante i quali sono stati monitorati 321 persone nella fase iniziale della malattia. Di questi, l’8% era astemio, il 71% bevitore occasionale, 17% bevitore moderato e il 4% consumava più di 3 unità di alcol al giorno. Sono 53 i pazienti morti nel corso del lavoro.

Occorre evidenziare inoltre, come gli scienziati evidenziano che “non possiamo, soltanto sulla base di questo studio, incoraggiare o sconsigliare il consumo moderato di alcol in questi pazienti“, in quanto è difficile separare causa e conseguenza. Lo studio infatti non tiene in considerazione altri aspetti importanti come altre abitudini dei pazienti come yoga, letture, stile di vita, oppure farmaci usati abitualmente e stato di salute generale.

Andrea Tosi

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