Sappiamo ormai bene che ogni eccesso non porta buone conseguenze per il nostro corpo e per la nostra salute. Questo è un principio logico che vale tanto più per la nostra alimentazione quotidiana. Nel mirino dei ricercatori, per restare in tema, sono finiti due alimenti tanto comuni e tanto apprezzati quali il pane e le patate che possono causare danni alla nostra salute, e non parliamo del peso forma.
Uno studio condotto presso la Food Standard Agency (FSA) del Regno Unito ha evidenziato la pericolosità di una sostanza chiamata acrilammide (l’ammide dell’acido acrilico), prodotta nei cibi che vengono arrostiti, abbrustoliti, fritti e grigliati a lungo o ad alte temperature.
Steve Wearne, direttore della FSA, ha comunicato un semplice suggerimento. Ridurre il consumo di pane e soprattutto di patate, uno degli alimenti che più si presta a diversi metodi di cottura.
«I nostri studi indicano che la maggior parte delle persone non sono a conoscenza dell’esistenza dell’acrilammide, o del fatto che dovrebbero tentare di ridurne l’apporto», ha spiegato Wearne. «Vogliamo che la nostra campagna Go for Gold faccia luce sulla questione, in modo che i consumatori sappiano come apportare anche i più piccoli cambiamenti al fine di ridurre il consumo di acrilammide continuando però ad integrare la giusta quantità di amido, carboidrati e verdure come raccomandato dalle linee guida generali del Paese».
La campagna Go for Gold è improntata a semplici regole rivolte alla popolazione, ed in particolare ad essere più consapevole dei vari metodi per cucinare i propri cibi. Tra i suggerimenti base, quando si friggono le patatine, il colore finale deve essere dorato, e non troppo scuro. La stessa regola vale per le grigliate di verdure e per il pane abbrustolito.
La FSA ricorda anche di conservare le patate in un luogo fresco e buio; mai in frigorifero.
«Anche se ci sono tante altre cose da conoscere riguardo ai rischi presentati dall’acrilammide, è importante che il Governo, l’industria e gli altri settori facciano già tutto il possibile per ridurre l’apporto di questa sostanza», ha continuato l’esperto. «Questa campagna fa parte di un progetto più grande mirato a ridurre il livello di acrilammide consumato dalla popolazione generale attraverso la collaborazione con le industrie alimentari, per ridurre il contenuto di acrilammide nei prodotti che producono e distribuiscono».
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