Italia

L’Italia diventa sempre più vecchia, meno matrimoni e meno figli

Questo è un dato generato dall’Istat nel rapporto annuale e che veramente dovrebbe preoccupare i governanti. Soprattutto per chi gestisce l’Istituto Pensionistico il quale deve fare i conti per poter liquidare le pensioni che aumentano con il passare dei mesi e non hanno il sostentamento delle entrate dei lavoratori. Attenzione perchè sta diminuendo la popolazione nel nostro paese e invecchia sempre di più. I dati registrati fino al 1° gennaio del 2016, evidenziano come siano 60,7 milioni i residenti in Italia con un calo di 139 mila rispetto all’anno precedente. Le persone anziane che superano i 64 anni di età sono 161,1 ogni 100 giovani di età inferiore ai 15 anni.

Altro dato preoccupante sono il numero delle nascite che fa registrare il minimo storico dall’Unità d’Italia. Nel 2015 sono 488 mila, 15 mila in meno rispetto al 2014, con un indice di fecondità di 1,35 figli per donna. Anche il matrimonio è in crisi e di conseguenza il creare una nuova famiglia. Ci si sposa sempre più tardi, le donne si sposano a 31 anni, mentre si abbandona il proprio nucleo familiare più tardi, con il 70% dei ragazzi di 25-29 anni e il 54,7% delle ragazze che vive ancora in famiglia.

Il Rapporto Istat fa emergere anche un’altra tendenza. Le generazioni più giovani sono cosmopolite e disponibili a emigrare. Aumenta il distacco dalla politica, sempre più incapace di abbracciare i problemi reali del paese e della società, e impegnate nella partecipazione sociale grazie a Internet. Per coloro che riescono a laurearsi, solamente il 72% trova un lavoro con un calo rispetto al 1991 quando erano al 77%.

Un dato curioso è quello relativo ai ragazzi che sono troppo qualificati per il lavoro che svolgono: uno su tre tra 15-34 anni; il che fa pensare che pur di lavorare sono disposti a fare un lavoro meno qualificante di quello per cui hanno studiato (con tutti i sacrifici che comporta lo studio anche per la famiglia). Tra i ragazzi è diffuso il lavoro part-time, soprattutto involontario ( percentuale collocata al 77,5%), e un giovane su 4 ha un impiego a termine.

Federica Santoni

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