Google potrebbe dover vendere parte della sua attività di tecnologia pubblicitaria per far fronte alle preoccupazioni sulle pratiche anticoncorrenziali, ha riferito mercoledì la Commissione europea (CE).
La CE si oppone a Google che favorisce i propri servizi di tecnologia pubblicitaria o “adtech”, “a scapito dei fornitori concorrenti di servizi di tecnologia pubblicitaria, inserzionisti ed editori online“. Ciò potrebbe anche comportare una multa fino al 10% delle entrate annuali globali di Google.
Il capo dell’antitrust dell’UE Margrethe Vestager ha affermato che Google potrebbe dover vendere parte della sua attività di tecnologia pubblicitaria perché è improbabile che un ordine per modificare i comportamenti di Google sia efficace nel fermare le pratiche anticoncorrenziali:
“Ad esempio, Google potrebbe sbarazzarsi dei suoi strumenti di vendita, DFP e AdX. In questo modo, porremo fine ai conflitti di interesse”.
Google, dal canto suo, ha indicato di non essere d’accordo con quanto affermato dalla CE.
Sullo sfondo del comunicato della Commissione compare un’inchiesta del 2021, in cui l’azienda americana è accusata di violare le leggi comunitarie sulla concorrenza, favorendo la visualizzazione online dei propri servizi di tecnologia pubblicitaria a danno dei propri concorrenti.
Non sarebbe la prima volta che Google viene accusato da Bruxelles per posizione dominante, violazione delle leggi antitrust, blocco pubblicitario dei suoi concorrenti o manipolazione dei risultati di ricerca.
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