Quante vie che percorriamo ogni giorno o che attraversiamo la prima volta sono dedicate a donne? Forse non ce lo siamo mai chiesti, ma il gap di genere riguarda anche le nostre strade: solo il 7 % sarebbero attribuite a personalità femminili di cui la maggior parte Sante, Madonne e martiri.
Tra le migliaia di denominazioni, mancano tante personalità o, comunque nomi di donne che meriterebbero d’indicare i nostri percorsi quotidiani e che, al contrario, una società storicamente maschilista ce l’ha negato. Tanto che da alcune di queste considerazioni è nata persino un’associazione dall’eloquente e quantomai pertinente denominazione “Toponomastica Femminile” che con la sua attività sta portando avanti numerose iniziative per superare questa differenza sedimentatasi nei secoli sulle vie nostrane e che merita di segnare il passo.
Ed allora, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è un dovere di tutti gli amministratori locali di grandi e piccole città, dal Settentrione al Mezzogiorno, e d’ora in avanti, dedicare sempre più strade alle tante donne che nel corso della nostra storia hanno lasciato un segno. Anche da questa nuova toponomastica si potrà contribuire a cambiare questa sedimentata e arcaica cultura della differenza.
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